“Le scuole sanno da che parte stare, contro governo e genocidio”, lo striscione in testa al corteo di Torino, dove si sono registrate tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine
Mobilitazioni in più di 30 città per il “No Meloni day”, sciopero del settore scuola indetto per oggi, 15 novembre. Alla protesta per le politiche del governo in ambito istruzione si affianca quella in sostegno al popolo palestinese e contro l’operato del governo israeliano. La mobilitazione coinvolge anche gli insegnanti, che chiedono lo stop all’abuso dei contratti a termine e la stabilizzazione dei precari, e il personale Ata, contro i tagli nella legge di bilancio. Tantissime le bandiere palestinesi e i cartelli contro il controverso ddl sicurezza.
Tensioni a Torino
“Le scuole sanno da che parte stare, contro governo e genocidio”, lo striscione in testa al corteo di Torino, dove si sono registrate tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine. Anche il sistema dell’alternanza scuola-lavoro nel mirino degli studenti, che in corso Vittorio hanno dato alle fiamme un fantoccio del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara. Bruciati anche cartelli con la scritta “Riforma scuola azienda” e il simbolo di Confindustria.
Tra le ragioni della protesta c’è anche la volontà di contestare il sistema dell’alternanza scuola-lavoro. Per questo, gli slogan hanno preso di mira anche il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara. Un suo cartonato è stato bruciato in corso Vittorio.
La scritta “Free Palestine” è comparsa sul monumento di Vittorio Emanuele II, e poco distante, sono state lanciate uova contro la sede del ministero dell’Università e della Ricerca, così come davanti alla sede di Intesa Sanpaolo e alle Gallerie d’Italia. Qui sono stati scaricati anche diversi libri: “Leggeteli”, ha gridato un ragazzo.
Come riporta TorinoToday, dopo le 12, in piazza Castello, è salita la tensione tra i manifestanti e le forze dell’ordine, che sono entrati in contatto. Gli studenti avrebbero fatto esplodere un petardo con effetti urticanti, mentre i collettivi studenteschi hanno segnalato il lancio di lacrimogeni da parte della polizia.
Presa d’assalto anche la Mole Antonelliana, dove è stata piazzata la bandiera palestinese al posto di quella italiana. Responsabili del genocidio vengono ritenuti diversi politici italiani e non solo della maggioranza: nelle mani dei manifestanti sono apparsi cartelli con i volti insanguinati di Meloni, Guido Crosetto, Salvini e Piantedosi, ma anche
la segretaria del Pd Elly Schlein.
Intorno all’ora di pranzo alcuni studenti hanno fatto irruzione nel Burger King vicino all’Università come segno di boicottaggio ai danni del fast food accusato di “essere complice nel genocidio”.