Omicidio di Garlasco, caccia a Ignoto 3: si indaga su complice o traccia contaminata

15.07.2025 02:15
Omicidio di Garlasco, caccia a Ignoto 3: si indaga su complice o traccia contaminata

Garlasco (Pavia) – Il “profilo di ignoto” è stato confermato completamente, ma potrebbe trattarsi di contaminazione. Le ripetute analisi non hanno risolto le discrepanze nelle interpretazioni tra esperti e legali coinvolti nell’incidente probatorio attualmente in corso per l’indagine riaperta dalla Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, riporta Attuale.

La genetista Denise Albani, nominata perita insieme al dattiloscopista Domenico Marchigiani dalla Gip Daniela Garlaschelli, ha comunicato ieri alle parti che il primo risultato emerso da venerdì scorso indica che dei cinque campioni prelevati dal tampone orale effettuato nella fase di autopsia, tre risultano illeggibili, uno è attribuito all’assistente del medico legale e uno resta sconosciuto.

Il dibattito

“Il profilo è stato confermato in toto e, al momento, non si sa di chi sia” afferma l’avvocata Giada Bocellari, difensore di Alberto Stasi, precedentemente condannato per lo stesso omicidio. Stasi è stato autorizzato dalla Gip a partecipare all’incidente probatorio “in qualità di persona interessata all’assunzione della prova”. Secondo i consulenti, il profilo maschile incriminato non corrisponde né a Stasi né a Sempio.

“Nessuno sostiene che si tratti di contaminazione – aggiunge la difensora di Stasi – perché se fosse così bisognerebbe conoscere l’identità, come nel caso dell’altro profilo escluso, attribuito all’assistente del medico legale.”

La Procura di Pavia e i carabinieri di Milano, che non rilasciano dichiarazioni per non comprometterne l’indagine, riterrebbero improbabile l’ipotesi che qualcuno degli operatori che maneggiarono il corpo possa aver trasferito il proprio DNA nella bocca della vittima. Pertanto, sarebbero già in corso ricerche per identificare l’Ignoto3 (dopo gli Ignoti 1 e 2), relativi ai profili ottenuti dalle unghie della vittima, con l’ipotesi di un ulteriore assassino o complice presente sulla scena che potrebbe aver occluso la bocca di Chiara.

La tesi

“Non c’è alcun altro assassino, ma una garza contaminata prima del prelievo” sostiene Luciano Garofano, consulente della difesa di Sempio. “Quella garza non è un tampone sterile – specifica l’ex comandante del Ris – essa fu utilizzata per raccogliere materiale di Chiara da confrontare con le tracce ematiche sul luogo del crimine. L’interpretazione più plausibile, non influenzata da parte, è che si tratti di contaminazione avvenuta prima del prelievo.” Anche Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, propende per un’ipotesi di “inquinamento”. Questa teoria non sembra essere scartata dal perito, che ha richiesto chiarimenti al medico legale sull’esecuzione del prelievo salivare e sulle persone presenti durante l’autopsia.

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