Roma, 22 novembre 2025 – A cuore aperto. “Ho amato davvero solo quattro uomini”, raccontava alla soglia dei novant’anni. Ornella Vanoni ha sempre parlato così dei suoi amori, senza nascondersi, rivelando passioni e ferite. Ogni storia, diceva, le aveva lasciato qualcosa. Lo raccontava e, soprattutto, lo cantava con l’intensità che l’ha sempre contraddistinta. Classe 1934, è stata una delle voci più profonde della musica italiana, interprete dagli anni Sessanta di brani indimenticabili come L’appuntamento, Senza Fine, Che cosa c’è, La musica è finita, Domani è un altro giorno, Musica, musica, Tristezza, La voglia e la pazzia., riporta Attuale.
Giorgio Strehler: l’amore a vent’anni
Il primo amore fu Giorgio Strehler, un incontro che segnò un prima e un dopo. È il 1956 quando, poco più che ventenne, Ornella entra al Piccolo Teatro di Milano. Lei è studentessa dell’Accademia, lui il grande regista che rivoluziona il teatro italiano. Nasce un legame intenso, fatto di slanci, litigi, gelosie e continue riconciliazioni. Una storia d’amore che fa scandalo (lui è sposato e molto più grande di lei). Tra il 1958 e il 1959, insieme a Fiorenzo Carpi e Gino Negri, Strehler inventa le Canzoni della mala, tra cui Ma mi…, che Vanoni porta al successo nazionale, segnando il suo esordio come cantante.
La relazione con Strehler si sgretola a causa dei suoi vizi. La frattura definitiva arriva nel 1959, quando Ornella canta al Festival dei Due Mondi di Spoleto sotto la regia di Franco Zeffirelli. Lì conosce Renato Salvatori: nasce un’intesa lieve, fatta di gite sul lago e sorrisi rapidi. Nulla di travolgente, ma sufficiente a finire sui giornali. Per Strehler quelle foto sono un colpo durissimo: “Con te non posso vivere, senza di te non posso vivere”, le ripete mentre lei lo lascia. Anni dopo, Ornella ricorda che Strehler è stato “quello che più mi ha amato”.
Gino Paoli: un amore travolgente
Il 1960 segna un punto di svolta nella vita di Ornella Vanoni. La relazione con Strehler è finita e il suo secondo grande amore è Gino Paoli, allora già sposato con Anna Fabbri. Gino è scorbutico, figlio del proletariato, che vive in una soffitta con una gatta. Ornella proviene dalla Milano bene, elegante, capelli rossi. Si incontrano e non riescono a resistersi.
È una storia intensa e tormentata, che Ornella chiude dopo un confronto diretto con Anna: “Ma pensa mica che Paoli se ne sia accorto? Lui era concentrato solo su se stesso. Dice che l’ho lasciato. Non l’ho lasciato; me ne sono andata: è diverso”, racconta quasi novantenne in un’intervista.
Da questa passione nascono brani meravigliosi come Me in tutto il mondo e, soprattutto, Senza Fine. Lei canta, lui scrive: insieme costruiscono una complicità capace di travolgere tutto. Dirà: “Se la misura dell’amore è la sofferenza, Gino è stato il grande amore della mia vita”. I due artisti, insieme a Enrico de Angelis, pubblicano Noi due, una lunga storia, un racconto ricco di dettagli malinconici, intimi e spregiudicati sulle loro vite straordinarie e sulla lunga relazione.
Lucio Ardenzi: il marito, l’alleato
All’inizio degli anni Sessanta, nel mezzo del tumulto di passioni e dolori, entra nella vita di Ornella Vanoni Lucio Ardenzi. Produttore teatrale e unico marito della cantante, Ardenzi non rientra tra gli amori della sua vita. Ornella lo sposa nel 1960, senza entusiasmo e con un fondo di disagio già all’altare: “Pensavo che prima o poi ci si deve sposare, avevo bisogno di affetto, di abbracci”, ammette anni dopo.
Dal matrimonio nasce Cristiano, il suo unico figlio, ma la relazione sentimentale è già finita. Non c’è passione, solo rispetto e familiarità che durano per tutta la vita. Ardenzi resta un compagno presente nei fatti più che nel cuore, un punto di equilibrio in un periodo segnato da amori tormentati e turbolenze emotive.
Gli amori mai detti
La vita sentimentale di Ornella Vanoni prosegue anche dopo gli amori più noti. Ci sono Danilo Sabatini, con cui condivide l’esperienza discografica di Vanilla, e Vittorio Usigli, figura discreta e affettuosa. Alcuni incontri durano poco, altri più a lungo, ma nessuno raggiunge l’intensità emotiva dei primi grandi amori. Vanoni ha parlato di “quattro amori veri” nella sua vita. Il quarto sempre rimasto nell’ombra, un uomo lontano dal mondo dello spettacolo, conosciuto tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, in un periodo in cui Ornella attraversa una fase personale complessa, tra fragilità e bisogno di riconciliazione con sé stessa. Quell’uomo, mai nominato pubblicamente, è stato per lei una presenza capace di farla sentire compresa. Anche questa storia si spegne. “L’amore è anche una sconfitta, le abbiamo subite tutti”, diceva, riassumendo la profondità emotiva di una vita sentimentale che ha contribuito a rendere Ornella Vanoni una delle voci più seducenti e indimenticabili della musica italiana.
Che vita incredibile ha avuto Ornella! È sorprendente pensare a come alcune storie d’amore possano segnare profondamente un artista. Gino Paoli, un grande amore, ha lasciato un segno indelebile nel suo cuore e nella sua musica. La sofferenza e la passione… ci fanno riflettere su quanto siano complessi i legami umani, non credi?