Lo rivela l’Iea, l’agenzia internazionale per l’energia. L’avvento delle rinnovabili dovrebbe rendere paradossalmente più abbondanti, e quindi molto più economiche, le vecchie fonti di energia fossile
Èun vero e proprio paradosso della transizione energetica e ambientale. Secondo l’International Energy Agency (Iea), il passaggio globale verso fonti di energia rinnovabile avrà come effetto un surplus inutilizzato di vecchie fonti fossili come petrolio, gas e carbone. La conseguenza? Queste “vecchie” fonti di energia potrebbero diventare presto più abbondanti ed economiche.
Se l’offerta supera la domanda
In particolare, secondo le osservazioni dell’Agenzia, il ridotto consumo delle fonti fossili per trasporti, riscaldamento delle nostre case e attività imprenditoriali, potrebbero abbassarne i costi e favorire la crescita economica di quei settori in cui queste fonti sono ancora essenziali. In particolare l’Iea sottolinea che gli investimenti in nuovi progetti per l’estrazione di combustibili fossili hanno già superato la domanda mondiale per queste fonti di energia. La conseguenza, nel futuro, sarà inevitabilmente un abbassamento del prezzo medio, in particolare di gas e petrolio.
Secondo le previsioni, il consumo di fonti fossili dovrebbe raggiungere il picco mondiale nel 2030 e poi orientarsi versi un lento declino. Ma gli investimenti produrranno comunque un surplus di produzione che avrà come conseguenza un crollo dei prezzi sul lungo scenario.
Il “segnale” che viene dal conflitto in Medio Oriente
Uno dei segnali più forti in questo senso è che, nonostante la guerra in Medio Oriente, il prezzo del petrolio non si stia alzando di conseguenza. “Non so se vedremo ancora il petrolio a 100 dollari al barile, ma quello che voglio sottolineare è che, nonostante il conflitto in Medio Oriente, il prezzo è rimasto intorno ai 70 dollari” ha affermato il presidente dell’Iea Fatih Birol. E a frenare c’è soprattutto la massiccia virata della Cina, al momento il massimo importatore mondiale, verso l’elettrico e le rinnovabili.
E anche il prezzo del gas, che ha raggiunto il suo record subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, dovrebbe crollare verso la fine di questo decennio. La capacità di esportazione di gas naturale liquefatto crescerà globalmente del 50% entro il 2030 una percentuale superiore alla domanda globale. Anche in questo caso una conseguenza probabile potrebbe essere l’abbassamento del prezzo.
Una dinamica che rende ancora più di attualità una problematica chiave della transizione: le alternative “green” al fossile devono diventare presto più convenienti per consumatori e aziende. E devono essere intraprese azioni politiche concrete per accelerare una transizione che, oggi, appare sempre più problematica.