È l’appello lanciato a Today.it della vicepresidente del Parlamento Ue, in occasione del premio Daphne Caruana Galizia. “Sistemi illiberali e criminali usano le stesse tattiche per mettere a tacere la libertà di stampa”, ricorda l’eurodeputata aggiungendo che le mafie hanno carattere transnazionale: “L’esplosivo che ha ucciso la giornalista maltese è arrivato dalla Sicilia”
Quando si vuole mettere a tacere un giornalista, c’è sempre una macchina della propaganda che punta a delegittimarlo, sul piano sia professionale che umano. È successo a Daphne Caruana Galizia, la reporter uccisa a Malta il 16 ottobre del 2017 da un ordigno piazzato sotto la sua auto. “Una donna sola con il suo computer”, “una pazza”, la definivano i detrattori. “Pratica diffusa ancora oggi”, ha ricordato la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, in occasione dell’edizione 2024 del premio per il giornalismo Daphne Caruana Galizia. “Campagne denigratorie, pressioni e querele temerarie sono solo alcuni degli strumenti coercitivi di cui si servono tanto i sistemi politici illiberali quanto i sistemi criminali”, aggiunge Picierno a Today.it, precisando che il ministero degli esteri russo può contare anche su una rete di informatori italiani e che le mafie hanno ormai carattere transazionale. “Proprio l’esplosivo che sette anni fa ha ucciso la giornalista maltese – prosegue Picierno – è arrivato dalla Sicilia”.
“L’esplosivo che sette anni fa ha ucciso Daphne Caruana Galizia è arrivato dalla Sicilia. La criminalità organizzata italiana è stata coinvolta nell’omicidio del giornalista slovacco Ján Kuciak . Non si può più dire che quanto succede fuori dall’Italia non ci interessa”
Pina Picierno
Uno scenario che, secondo la parlamentare Ue, richiede maggiore impegno: “Interventi legislativi per bloccare i canali di finanziamento della propaganda russa, una maggiore cooperazione Ue in ambito giudiziario e investigativo, e una rinnovata attenzione da parte dell’opinione pubblica”, è l’appello di Picierno. “Ne va della tenuta delle nostre democrazie. Non basta più gridare al pericolo. Per la libertà di informazione si paga ancora un prezzo troppo alto”. Quest’anno il riconoscimento dedicato a Caruana Galizia è stato assegnato a Lost in Europe: un lavoro che ha coinvolto diverse testate europee documentando che dal 2021 al 2023 in 31 paesi dell’Unione sono scomparsi circa 50 mila minori stranieri, in media 47 al giorno.
Onorevole Picierno, pensa che Daphne Caruana Galizia abbia avuto giustizia?
“Daphne avrà piena giustizia solo quando tutti capiranno la portata del suo sacrificio. Prima ancora di essere uccisa, è stata diffamata sia come donna che come giornalista. Un vilipendio proseguito persino dopo la sua morte. La sua vicenda interroga ancora le istituzioni europee. La libertà di stampa non è negoziabile. Una democrazia forte e in salute non può né deve ammettere vie di mezzo”.
Cosa ci insegna la sua storia oggi?
“Quando si vuole mettere a tacere la verità, c’è sempre una rete di propagandisti ad agire nell’ombra. Sedicenti giornalisti che seguono, tracciano, e aggrediscono i giornalisti liberi, cercando di indebolirli pubblicamente. La figura di Daphne, il suo coraggio e il suo orgoglio, ci insegnano che – anche nel cuore dell’Unione europea – nessun Paese è immune dall’erosione dei principi che reggono il nostro sistema di valori. Per la libertà di informazione ancora oggi si paga un prezzo troppo alto. Le querele temerarie, le pressioni, le detenzioni, l’esilio, le vite blindate, il progressivo annichilimento umano, e le campagne denigratorie sono solo alcuni degli strumenti coercitivi di cui si servono i sistemi politici illiberali e i sistemi criminali per neutralizzare ogni possibilità di racconto pubblico. Chi non è dalla parte di Daphne, avalla corruzione, malaffare e criminalità”.