Pistoia, 21 ottobre 2025 – Sotto un cielo grigio e una pioggerellina gelida, il silenzio che pervade Pistoia è assordante. La tragedia del pullman dei tifosi del basket ha ridotto la città a uno stato di paralisi emotiva. Camminando lungo le vie del centro, si avverte un clima di rispetto e tristezza, mentre le conversazioni si svolgono a bassa voce, riflettendo un lunedì mattina inusuale e pesante, riporta Attuale.
Poteva finire con una strage
Questo lunedì non è come gli altri. È il giorno in cui è avvenuta una strage mancata, lasciando gli abitanti di Pistoia a riflettere su quanto sia stato vicino il disastro. Solo la fortuna ha evitato che il giovane autista del bus, Raffaele Marianella, non perdesse la vita in un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti. Un sasso lanciato nel buio ha colpito solo il suo corpo, mentre il pullman trasportava una cinquantina di tifosi. Se il sasso avesse deviato di poco, le fatalità avrebbero potuto essere molte di più. Come un proverbio africano dice, “il destino si alza sempre prima di te”, e in questa triste storia, il destino ha voluto che Marianella non raggiungesse mai la sua pensione.
“Atroce, nessuno poteva pensare che fosse possibile una cosa così”, afferma il proprietario di uno dei bar frequentati dai tifosi a Pistoia, sottolineando che lo sport non ha nulla a che vedere con questo gesto di violenza. Si raccontano storie di rivalità tra le tifoserie, ricordando un tempo in cui un codice d’onore imponeva il rispetto, mentre oggi si assiste a gesti di violenza inaudita, inaccettabili per la comunità sportiva.
Niente fiori al palasport
Presso il Palasport, sede del Pistoia Basket, non ci sono fiori per commemorare Raffaele. Gli abitanti di Pistoia, pragmatici per natura, comprendono che i fiori appassiscono, ma i ricordi rimangono. Il murale che ricorda un tifoso scomparso testimonia l’affetto e la memoria a lungo termine della comunità. Ivo Ferrari, un autista veterano, descrive l’evento come “una potenziale strage”, lasciando interdetti coloro che l’hanno vissuto.
Una roulette russa con i sassi
Secondo le testimonianze, il lancio di sassi è stato un attacco mirato. Due sassi sono stati gettati contro il bus dei tifosi, uno dei quali ha sfondato il parabrezza colpendo Marianella. La ricostruzione di quanto accaduto suggerisce un agguato preparato da un gruppo di giovani che hanno seguito il pullman dei tifosi. Questo comportamento violento rappresenta una sfida alle norme sociali e sportive, rifacendo emergere la fragilità del contesto attuale. A Pistoia, il silenzio regna sovrano, accentuato anche dalla contemporanea dimissione del vescovo. Una città in stato di shock, testimone di un episodio che lascia strascichi profondi.
Il silenzio e la pioggia cadono incessanti, mentre la comunità cerca di elaborare il significato di ciò che è accaduto e come prevenirne in futuro la ripetizione.
Incredibile come la violenza possa travolgere uno sport che dovrebbe unire! Certo, l’atmosfera a Pistoia è pesante e il rispetto per chi ha sofferto è palpabile, ma spero che questo ci faccia riflettere su come evitare simili gesti in futuro. Come è possibile che ci sia ancora gente capace di tanto odio?