Il 15 agosto 2025 il Dipartimento per la migrazione della Lituania ha diffuso dati ufficiali che mostrano un forte aumento del numero di cittadini bielorussi che hanno richiesto il cosiddetto passaporto per stranieri. Nel 2024 ne sono stati rilasciati 155, contro i soli 35 dell’anno precedente. Si tratta di documenti che sostituiscono il passaporto nazionale per i viaggi e per alcune pratiche amministrative. L’incremento è legato al decreto di Aleksandr Lukashenko, entrato in vigore il 7 settembre 2023, che vieta ai bielorussi residenti all’estero di rinnovare i propri passaporti nei consolati. Da allora, il rinnovo è possibile solo tornando in Bielorussia, dove molti rischierebbero anni di carcere. Secondo le statistiche, dietro i bielorussi si collocano i cittadini russi (25) e quelli afghani (16).
Una diaspora segnata dalla repressione
L’aumento delle richieste in Lituania si inserisce nel contesto della repressione seguita alle proteste di massa contro le elezioni presidenziali del 2020, considerate fraudolente dall’opposizione. Migliaia di bielorussi hanno cercato rifugio in Lituania, Polonia e altri Paesi europei, formando una diaspora che riunisce sia attivisti politici sia cittadini comuni in fuga dal regime. Le autorità lituane sottolineano però i rischi di infiltrazioni da parte di agenti dei servizi segreti bielorussi e russi, che potrebbero presentarsi come richiedenti asilo o migranti economici.
Dilemma tra sicurezza e diritti umani
Vilnius affronta un equilibrio delicato: offrire protezione ai rifugiati senza compromettere la sicurezza nazionale. Secondo i servizi di intelligence lituani, una parte dei nuovi arrivati sfrutta la crisi politica come opportunità di migrazione economica, complicando il lavoro delle istituzioni incaricate di distinguere tra autentici perseguitati e chi mira semplicemente a migliori condizioni di vita. Inoltre, tra gli emigrati non mancano individui che manifestano apertamente sostegno a Mosca e all’invasione russa dell’Ucraina, elemento che spinge le autorità a rafforzare i controlli.
Restrizioni e nuove misure legislative
Già nel 2023 la Lituania ha introdotto limiti alla concessione di visti Schengen e permessi di soggiorno a cittadini bielorussi e russi, consentendo deroghe solo in casi particolari. Nell’aprile 2025 il Seimas ha votato l’estensione di queste misure fino al maggio 2026, con nuove disposizioni che permettono di revocare i permessi se i titolari visitano Russia o Bielorussia più di una volta in tre mesi. A giugno, l’intelligence ha inoltre denunciato attività del KGB bielorusso sui social media, finalizzate a reclutare membri della diaspora e a promuovere azioni di destabilizzazione nei Paesi baltici.
Incertezze sul futuro della diaspora
Il futuro della comunità bielorussa in Europa resta incerto. Se il regime di Lukashenko continuerà a consolidarsi, la diaspora rischia di diventare una presenza stabile; in caso di cambiamento politico, molti potrebbero valutare il ritorno. La questione rappresenta una sfida anche per l’Unione Europea, che non ha ancora una linea comune sulla gestione dei migranti bielorussi. L’assenza di una strategia coordinata potrebbe aprire spazi a infiltrazioni e tensioni interne, con implicazioni dirette per la sicurezza e la stabilità del continente.