Analisi degli Attacchi Statunitensi ai Siti Nucleari Iraniani
Il giorno successivo ai bombardamenti statunitensi su tre siti nucleari iraniani, Fordo, Natanz e Isfahan, rimangono incertezze riguardo all’entità dei danni inflitti. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha affermato che le capacità nucleari iraniane sono state «completamente e totalmente annientate». Tuttavia, la sua amministrazione ha successivamente mitigato tali affermazioni, indicandole come «danni gravi» ma non necessariamente devastanti. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha dichiarato di non avere informazioni sufficienti per quantificare i danni, riporta Attuale.
Dan Caine, capo di Stato maggiore dell’esercito statunitense, ha comunicato che ci vorrà del tempo per una valutazione completa dei danni. Nel frattempo, il vicepresidente J.D. Vance ha dichiarato in un’intervista a NBC News di essere sicuro che gli attacchi abbiano «ritardato in modo sostanziale le possibilità [dell’Iran] di sviluppare un’arma nucleare». L’Iran ha descritto ufficialmente i danni come limitati, probabilmente anche per motivi di propaganda.
Prime analisi basate su immagini satellitari indicano danni e crateri provocati dalle bombe. Tuttavia, non è chiaro se tali attacchi abbiano effettivamente bloccato o ritardato in modo significativo il programma nucleare iraniano, come desiderato dagli Stati Uniti e Israele. Alcuni esperti sostengono che l’Iran potrebbe aver spostato circa 400 chilogrammi di uranio arricchito in un luogo non specificato, prima degli attacchi, il quale sarebbe stato necessario per la produzione di armi atomiche.
I bombardamenti statunitensi, avvenuti nelle prime ore di domenica, sono stati effettuati da bombardieri B-2 Spirit. Questi velivoli, facilmente riconoscibili per la loro forma ad ali di pipistrello, hanno utilizzato bombe di tipo bunker buster, progettate per penetrare nel terreno profondamente. I siti di Natanz e Isfahan, già precedentemente colpiti da attacchi israeliani, insieme al sito di Fordo, che è il più importante e meglio protetto, sono stati i principali obiettivi di queste operazioni. Fordo, situato all’interno di una montagna nei pressi di Qom, si trova a una profondità tra gli 80 e i 90 metri.
Analizzando le immagini dei primi due siti, emergono danni superficiali e fori delle bombe. A Natanz, gli attacchi israeliani del 13 giugno avevano già compromesso le infrastrutture elettriche, danneggiando le centrifughe necessarie per l’arricchimento dell’uranio, come riferito dall’AIEA.
Le immagini satellitari relative a Fordo suggeriscono che gli Stati Uniti abbiano colpito due strutture considerate punti di ventilazione. Queste strutture rappresentano probabilmente i punti più vulnerabili, in quanto richiedono aperture verso l’esterno ma sono essenziali per garantire la circolazione dell’aria in una struttura progettata per resistere a bombardamenti. La valutazione del danno alle strutture sotterranee rimane incerta, ma i cambiamenti evidenti nel colore e nei contorni del terreno superficiale potrebbero essere attribuiti alla caduta di detriti.
Nei giorni precedenti agli attacchi, sono stati osservati movimenti di camion attorno al sito nucleare. Alcuni analisti ipotizzano che l’Iran abbia trasferito in anticipo l’uranio arricchito, un’operazione che avrebbe richiesto l’uso di soli 16 camion, come riportato dalle immagini satellitari della Maxar Technologies, azienda specializzata nell’osservazione satellitare per scopi d’intelligence.