Podolyak: cedere territorio dopo l’aggressione minaccia la stabilità dell’Ucraina

13.12.2025 07:55
Podolyak: cedere territorio dopo l'aggressione minaccia la stabilità dell'Ucraina

Il futuro dell’Ucraina: interviste con Mykhailo Podolyak

DALLA NOSTRA INVIATA
KIEV – «Partiamo dalle basi. Il diritto internazionale e la Costituzione ucraina vietano espressamente il trasferimento di territorio, soprattutto a seguito di un’aggressione». Mykhailo Podolyak, primo consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, cerca di chiarire la posizione ucraina mentre le dichiarazioni sul futuro del Paese e sulla conclusione del conflitto si intensificano tra Mosca, Kiev e Washington, riporta Attuale.

Due i temi principali all’ordine del giorno: la cessione territoriale della parte ucraina di Donetsk e la possibilità di creare una zona demilitarizzata lungo la linea del fronte. Riguardo alla cessione, Podolyak afferma: «Dubito sia possibile oggi. Le moderne relazioni interstatali si basano sull’integrità territoriale e sulla sovranità. Cedere territori in seguito ad un’aggressione contraddice completamente la logica del processo politico moderno. Ma, cosa ancora più importante, qualsiasi trasferimento di territori che la Russia non sia riuscita a conquistare in quattro anni la incoraggerà a continuare la sua espansione».

La questione della zona demilitarizzata: non ci sembra esserci un consenso chiaro. «È una questione estremamente complessa, attualmente dibattuta nell’ambito della sicurezza europea», osserva Podolyak. «Quando un conflitto viene congelato e esiste una linea di demarcazione lungo la quale si sono svolti combattimenti, viene istituita normalmente una zona demilitarizzata, ma è necessario discutere chi garantirà la sicurezza di tale zona. La risposta a queste domande è cruciale».

Le garanzie di sicurezza sono un altro punto nevralgico: «Includono diversi aspetti, tra cui il supporto per le forze armate ucraine. Si parla di produzione di missili, droni e sistemi di guerra elettronica. Così, l’Europa deve studiare come gestire una risposta collettiva in caso di nuova aggressione russa».

Infine, si discute anche di riparazioni: Podolyak afferma che i danni della guerra sono stimati oltre 600 miliardi di dollari. «Naturalmente, i lavori dovrebbero essere pagati dall’aggressione. L’uso dei beni congelati russi è una delle opzioni valide, giuridicamente e politicamente corretta, per finanziare la ricostruzione. Questo approccio non solo protegge i contribuenti europei, ma è essenziale per la sicurezza collettiva europea».

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