
Il post sui social di Antonio Lamiranda, assessore a Urbanistica, Strade ed Infrastrutture, Ambiente, ha suscitato un acceso dibattito. In un commento inerente al ritiro dalla boxe di Imane Khelif, Lamiranda ha affermato: «L’omosessualità è stata o no classificata come malattia in Europa? Sì. È considerata malattia in altre parti del mondo? Sì. In alcuni è pure reato e si viene impiccati. Poi il politicamente corretto sistema tutto. Ma qualche scienziato prima del woke e del gender aveva messo nero su bianco trattarsi di malattia», riporta Attuale.
«In Italia si veniva riformati»
Riflettendo sul suo ruolo istituzionale, Lamiranda ha risposto: «Nulla ha a che vedere con il mio libero pensiero che credo possa ancora esprimere senza necessariamente dovermi uniformare alla massa collettiva di pensatori a rimorchio». Ha poi aggiunto: «In Italia si veniva riformati (rectius congedati d’ufficio) alla leva militare per omosessualità. Nel caso in esame poi non parliamo di omosessualità ma di transgender ovvero di transessualità. È stata anch’essa considerata malattia? Sì. Fino a quando? Credo cinque / sei anni fa ora è declassata a “incongruenza di genere” che già definita così, per venire incontro alle teorie woke e gender, fa rabbrividire».
L’attacco del Pd: «Ci aspettiamo le scuse»
Marco Tremolada, Segretario del Pd di Sesto San Giovanni, ha commentato: «Chi è chiamato protempore a ricoprire ruoli di spicco nell’amministrazione della nostra città è chiamato a farlo nel rispetto di tutti i cittadini e non con l’obiettivo di dividere e creare differenze». Ha aggiunto che è «inaccettabile che un rappresentante delle istituzioni diffonda disinformazione, tanto più su un tema sul quale esiste da decenni un chiaro consenso scientifico: l’omosessualità non è una malattia». Concludendo, ha espresso le aspettative del partito: «Il minimo che ci aspettiamo – conclude il Pd locale – sono le scuse, ma ciò che servirebbe sono seri e evidenti provvedimenti da parte di un’amministrazione che ci auguriamo non si riconosca nelle dichiarazioni di un suo esponente e che voglia prenderne subito le distanze».