L’ammissione del sottosegretario Prisco: «Potrebbe essere infrastruttura coerente con le linee guida dell’Alleanza». Bonelli lo accusa: «Non riusciranno a farlo rientrare, ora bloccare il sì al Cipess», riporta Attuale.
Di recente, si è cominciato a discutere a livello europeo riguardo a questa ipotesi. Oggi, 4 luglio, il governo di Giorgia Meloni ha confermato questa possibilità anche in Parlamento. Durante una sessione di interrogazioni urgenti, il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, ha affermato che non si tratta di una semplice possibilità: «Anche il ponte sullo Stretto potrebbe essere considerato un’infrastruttura coerente con le linee guida Nato ed europee in tema di sicurezza integrata e mobilità strategica».
L’apertura della Ue
Recentemente, l’Unione Europea ha mostrato disponibilità a considerare il ponte come infrastruttura militare, permettendo all’Italia di accedere alle clausole di salvaguardia per spese militari, il che, secondo il governo, non è attualmente nelle loro intenzioni. Un’altra possibilità sarebbe un cofinanziamento dall’Unione Europea, nel caso in cui il ponte fosse incluso nel piano di Mobilità militare. Tuttavia, per includerlo in tale piano, sarà necessario dimostrare un “duplice uso”, strizzando l’occhio sia a esigenze civili che militari. Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’Europa intende investire «circa 100 miliardi» in questo progetto, con un’adozione prevista nel 2025. Prisco, durante il suo intervento alla Camera, si è dimostrato favorevole: «Nelle discussioni sul Military Mobility Action Plan 2024 è emerso, come logica suggerirebbe, che un’infrastruttura stabile per attraversare lo Stretto di Messina garantirebbe una maggiore rapidità nella mobilitazione delle forze lungo i corridoi previsti». Anche se le cose non dovessero andare come previsto, è chiaro dalle sue dichiarazioni che il Ponte contribuirà a quel 1,5% di spese in infrastrutture, composto insieme al 3,5% di spese rigorosamente militari, per arrivare a quel famoso 5% del Pil che i membri NATO dovranno dedicare alla Difesa entro il 2035, sulle cui modalità non sono ancora stati definiti i criteri.
I dubbi di Bonelli
Il deputato verde Angelo Bonelli ha espresso forti dubbi sulla possibilità di ottenere un cofinanziamento europeo, ritenendola quasi impossibile. Secondo Bonelli, il progetto sostenuto dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, non sarebbe in linea con i requisiti NATO per la costruzione di opere militari. Egli ha dichiarato: «Abbiamo chiesto all’Unione Europea se quest’opera fosse parte del Military Mobility Action Plan del 2024 e la risposta è stata: “no”. L’ufficio legislativo e l’ufficio Studi del Parlamento europeo hanno confermato, attraverso una comunicazione inviata su richiesta dell’eurodeputato Leoluca Orlando, che il ponte sullo Stretto non rientra nel piano». Bonelli sottolinea che, secondo le linee guida NATO, le infrastrutture per uso militare devono poter supportare un carico di 32 veicoli contemporaneamente. Inoltre, ha aggiunto che «l’altezza del ponte sullo Stretto è di 65 metri, mentre le principali portaerei del mondo superano i 80 metri di altezza. Questo implica che il ponte costituisce un ostacolo per il transito delle navi militari». Fonti del settore della Difesa, tuttavia, chiariscono che la valutazione di un ponte secondo i criteri NATO non implica che debba necessariamente sostenere il massimo carico, ma viene effettuata per determinare quali veicoli possono effettivamente transitare.
L’emendamento per accelerare
Bonelli ha anche elaborato una lettera a Meloni, esortandola a ritardare l’approvazione del Ponte al Cipess (comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), evidenziando che i costi potrebbero non avere il supporto dell’Unione nelle spese militari e, a suo avviso, il progetto risulterebbe inadeguato con i criteri NATO. Apparentemente, la decisione di considerare l’opera nell’1,5% delle spese previste dalla NATO sembra già presa. Nel frattempo, il governo sta accelerando su tutte le spese relative alle infrastrutture militari: oggi, in commissione Trasporti, è stato presentato un emendamento al dl Infrastrutture che prevede una deroga alla valutazione d’impatto ambientale per le opere di difesa nazionale. Se il ponte vi rientra, il percorso sarà spianato.