È stato registrato negli Stati Uniti, in Louisiana. Avrebbe contratto l’infezione da alcuni volatili infetti presenti nel cortile della sua abitazione. Gli esperti: “Il rischio immediato per la salute pubblica rimane basso”
Le autorità sanitarie degli Stati Uniti hanno confermato il primo caso grave di influenza aviaria in un uomo. Il paziente è stato ricoverato in un ospedale in Louisiana, hanno riferito i Centri americani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc). Avrebbe contratto l’infezione da alcuni volatili infetti presenti nel cortile della sua abitazione. Finora c’erano stati altri casi di aviaria, 61 in totale negli Stati Uniti, ma erano risultati tutti lievi.
La California dichiara lo stato di emergenza
Dopo la notizia dell’uomo ricoverato, il governatore dem della California, Gavin Newsom, ha dichiarato lo stato di emergenza per l’influenza aviaria tra i bovini da latte, un riconoscimento della crescente gravità della diffusione del contagio. La dichiarazione di emergenza fornisce alle autorità statali e locali le risorse di cui hanno bisogno per contenere l’epidemia. “Questa proclamazione è un’azione mirata per garantire che le agenzie governative abbiano le risorse e la flessibilità di cui hanno bisogno per rispondere rapidamente a questa epidemia”, ha spiegato Newsom. “Sebbene il rischio per la popolazione rimanga basso, continueremo ad adottare tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione di questo virus”, ha aggiunto il governatore dello stato.
I dati parziali sul genoma virale dell’influenza aviaria H5N1 che ha infettato il paziente in Louisiana indicano che il virus appartiene al genotipo “D1.1” correlato ad altri virus recentemente rilevati negli uccelli selvatici e nel pollame negli Stati Uniti e in recenti casi umani nella Columbia Britannica, in Canada e nello stato di Washington. Questo genotipo di influenza aviaria H5N1 è diverso dal genotipo “B3.13” rilevato nelle mucche da latte, nei casi umani sporadici in più stati e in alcune epidemie nel pollame negli Stati Uniti.
Presso i Centri americani per il controllo e la prevenzione delle malattie sono in corso ulteriori indagini e sforzi per isolare il virus dai campioni clinici del paziente in Louisiana. Mentre è in corso un’indagine sulla fonte dell’infezione in Louisiana, è stato stabilito per il momento che il paziente “era stato esposto a uccelli malati e morti nel suo cortile”.
“Il rischio resta basso”
Questo è il primo caso di influenza aviaria H5N1 negli Stati Uniti collegato all’esposizione a uno stormo di animali da cortile. “Un caso sporadico di malattia grave da influenza aviaria H5N1 in una persona non è inaspettato”, hanno precisato in una nota i Cdc. Ma “questo caso – puntualizzano – non modifica la valutazione complessiva del rischio immediato per la salute pubblica derivante dall’influenza aviaria H5N1, che rimane basso”.
Non è stata rilevata alcuna trasmissione dell’influenza aviaria da persona a persona. Non è quindi avvenuto il temuto salto di specie dagli animali agli esseri umani, nel quale un virus riesce a modificarsi geneticamente in modo da agganciarsi alle cellule umane, dando il via al contagio da uomo a uomo. Il virus ha dimostrato al momento di essere in grado di trasmettersi con efficacia, oltre che negli uccelli, in alcune specie di mammiferi. Il salto di specie dagli uccelli ai bovini era stato documentato nel luglio scorso sulla rivista specializzata “Nature”, dopo l’analisi genetica del virus coordinata dalla Cornell University di Ithaca.
I casi umani di influenza aviaria negli Stati Uniti
Da aprile sono stati segnalati 61 casi umani di influenza aviaria negli Stati Uniti, soprattutto tra i lavoratori del settore lattiero-caseario e del pollame. Ma il caso della Louisiana dimostra che le persone che hanno allevamenti di polli nel cortile, i cacciatori e altri appassionati di uccelli dovrebbero prendere precauzioni. “Il modo migliore per prevenire l’influenza aviaria H5N1 è evitare l’esposizione quando possibile – dicono gli esperti dei Cdc americani -. Gli uccelli infetti diffondono il virus dell’influenza aviaria nella saliva, nelle mucose e nelle feci. Altri animali infetti possono diffondere il virus dell’influenza aviaria nelle secrezioni respiratorie e in altri fluidi corporei (ad esempio, nel latte vaccino non pastorizzato o nel latte crudo)”.