Prodi e Monti avvertono: «Se Francia e Germania non si uniscono, il destino dell’Europa è segnato»

09.12.2025 13:25
Prodi e Monti avvertono: «Se Francia e Germania non si uniscono, il destino dell'Europa è segnato»

L’allerta lanciata dai due ex premier all’Ispi sul futuro d’Europa è inequivocabile: «Se Francia e Germania non riaccendono il motore, il destino è segnato», riporta Attuale. La situazione è aggravata dalle parole di Romano Prodi, che denuncia l’«odio per l’Europa» da parte di Donald Trump e sottolinea come l’ex presidente americano «volta le spalle al suo stesso Paese e odia la democrazia». Questo è il messaggio chiaro emerso durante la cerimonia di assegnazione del Premio annuale del think-tank Ispi a Prodi e a Mario Monti. L’analisi viene ulteriormente complessa con l’emergere della recente Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, che ha reso evidente l’intenzione di Trump di minare le fondamenta europee. Prodi esprime una profonda preoccupazione per l’approccio che favorisce relazioni privilegiate tra oligarchi e per il futuro dell’Ucraina; un vero rischio per i valori democratici che l’Unione Europea ha sempre difeso.

L’inizio della fine dell’Ue

Prodi parte da lontano, rievocando il periodo in cui guidava la Commissione europea (1999-2004), sottolineando l’importanza dell’allargamento a Est, dove le nazioni richiedevano l’importazione della democrazia, a differenza di un’imposizione occidentale. L’ex premier ricorda come, durante quel periodo, Putin non avesse sollevato obiezioni all’integrazione dei Paesi post-sovietici nell’Ue. Prodi attribuisce la responsabilità del declino dell’Unione a eventi che seguirono la bocciatura del progetto di Costituzione europea nel 2005, il quale segnò l’inizio del processo di decadenza della forza europea. Da quel momento, la macchina dell’Ue ha subito un pesante rallentamento, aggravato da divisioni interne; la questione dell’unanimità è diventata un «cappio al collo» per l’Unione, erodendo l’efficacia del motore franco-tedesco, essenziale per il futuro dell’Europa. Prodi avverte: «Se non ricostruiamo quell’unità di azione tra Francia e Germania, il destino dell’Europa è segnato».

Il pranzo dal cinese che fece l’Italia «superpotenza» in Europa

Un punto cruciale è la nostalgia dei due ex premier per il periodo in cui l’Europa poteva competere con gli Stati Uniti. Sul finire degli anni ’90, la collaborazione tra Monti e Prodi portò l’Europa al suo picco di influenza. Monti, recentemente dimissionario dal suo incarico di Commissario Ue per il mercato interno, tornava alla Bocconi, ma Prodi lo richiamò per una funzione cruciale: quella di Commissario alla Concorrenza, permettendo a Monti di sanzionare Microsoft con una multa storica di 497 milioni di euro nel 2004, un’importante vittoria per l’Europa nel campo della concorrenza.

Lo scontro pubblico «dimenticato» Prodi-Monti

In un flashback storico, Prodi ricorda anche lo scontro che ebbe con Monti nel 1996, quando l’allora Commissario EU intervenne contro il governo Prodi riguardo a un piano finanziario che minava l’entrata dell’Italia nell’euro. Monti ammette di aver «violato ogni regola» nel farsi sentire pubblicamente, generando un dibattito utile che chiarì la posta in gioco. Oggi, mette in evidenza come quell’episodio abbia rinfocolato il loro successivo legame, che avvenne grazie a un pranzo in un ristorante cinese di Roma, dove Prodi contribuì a riscrivere la scena europea con la nomina di Monti a Commissario.

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