Quattro persone arrestate in Francia con l’accusa di spionaggio per conto della Russia

27.11.2025 12:45
Quattro persone arrestate in Francia con l’accusa di spionaggio per conto della Russia
Quattro persone arrestate in Francia con l’accusa di spionaggio per conto della Russia

Operazione della DGSI porta all’arresto di quattro sospetti

Il 26 novembre 2025 le autorità francesi hanno arrestato quattro persone, tra cui due cittadini russi, con l’accusa di spionaggio a favore di uno Stato straniero. Secondo le prime informazioni, riportate attraverso la sintesi disponibile nella ricostruzione di Reuters tramite il riferimento alla vicenda sulle attività sospette legate alla Russia.
l’inchiesta ha portato all’identificazione di Anna N., cittadina con doppia nazionalità francese e russa, già sotto controllo della DGSI da gennaio per presunta raccolta di informazioni sensibili. La procura ha spiegato che la donna avrebbe contattato dirigenti di aziende francesi nel tentativo di ottenere dati relativi agli interessi economici del Paese. Tra gli altri sospetti figurano i francesi Vincent P. e Bernard F., oltre al russo Vyacheslav P., identificati dai media rispettivamente come Vincent Perfetti e Anna Novikova.

SOS Donbass come infrastruttura di influenza e copertura operativa

Secondo la procura, Anna N. aveva fondato SOS Donbass, un’associazione registrata nel 2022 nei Pirenei Atlantici, che si presentava come organizzazione umanitaria impegnata nel sostegno alle popolazioni colpite dalla guerra nel Donbass. Attraverso iniziative pubbliche, raccolte fondi e attività di comunicazione, la struttura dichiarava di promuovere il dialogo tra Europa e Russia e di opporsi alle forniture militari a Kyiv. Sui propri canali social diffondeva con regolarità contenuti filorussi, inclusi estratti di discorsi del presidente Putin e del ministro degli Esteri Lavrov, oltre a materiali di media statali russi banditi nell’UE.
Gli inquirenti ritengono che l’associazione fosse una copertura per attività di intelligence: lo status umanitario avrebbe garantito legittimità e facilitato l’accesso a reti economiche e politiche francesi, creando spazi idonei al contatto con tutor russi e alla diffusione di narrative favorevoli al Cremlino.

Reti clandestine, obiettivi strategici e rischi per la sicurezza europea

Dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina, le attività delle agenzie russe in Europa si sarebbero fatte più aggressive, in parte a causa delle espulsioni diplomatiche del 2022, che hanno costretto Mosca a intensificare l’uso di associazioni civili, reti informali e individui con doppia cittadinanza. L’obiettivo non sarebbe solo la raccolta di informazioni, ma anche l’influenza sulla percezione pubblica e sulle decisioni politiche occidentali.
Attraverso strutture come SOS Donbass, piattaforme mediatiche filorusse e movimenti presentati come “pacifisti”, il Cremlino punta a legittimare la narrativa della “guerra civile in Ucraina” e della necessità di un “accordo di pace” modellato sugli interessi russi. L’eco generata da tali reti contribuisce a indebolire il consenso alle sanzioni, alimentare divisioni interne e ridurre la resilienza politica dei Paesi europei.

Necessità di controlli più severi e cooperazione tra servizi europei

Gli esperti francesi sottolineano che tali casi mostrano la necessità di maggiori controlli sulle organizzazioni che dichiarano finalità umanitarie ma operano in contesti politicamente sensibili. L’esame delle fonti di finanziamento, la trasparenza dei bilanci e il monitoraggio delle campagne informative sono considerati strumenti essenziali per prevenire utilizzi illeciti.
Parallelamente, i servizi europei sono incoraggiati a rafforzare lo scambio di informazioni, poiché agenti e reti russe operano spesso oltrepassando i confini dell’UE per eludere controlli nazionali. Un coordinamento più stretto tra Francia, Germania, Paesi baltici e Polonia permetterebbe di individuare schemi ricorrenti, smantellare nuove strutture di copertura e ridurre l’efficacia di operazioni simili a quelle attribuite a SOS Donbass.

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