Mentre i colloqui per il cessate il fuoco, ancora una volta, si rivelano sterili, Kiev è stata colpita da un nuovo attacco missilistico russo che ha lasciato dietro di sé una scia di sangue e distruzione. Secondo le autorità ucraine, almeno nove persone hanno perso la vita e altre sessantatré sono rimaste ferite, tra cui sei bambini e una donna incinta, tutti ricoverati in condizioni che, al momento, non sono state specificate. Il sindaco Vitali Klitschko, citato dai media locali, ha confermato che le esplosioni, avvenute poco dopo la mezzanotte, hanno centrato obiettivi urbani, costringendo la popolazione a cercare rifugio nei sotterranei mentre i soccorritori, come mostrano le immagini diffuse su Telegram, si muovevano tra le macerie con i riflettori, cercando sopravvissuti tra gli edifici sventrati.
Dall’altra parte, Mosca ha rivendicato l’abbattimento di ottantasette droni ucraini, lanciati – secondo le sue dichiarazioni – sui territori russi e sulla Crimeaannessa, senza però fornire dettagli sui danni subiti. Intanto, mentre la capitale veniva presa di mira, anche Kharkiv è finita nel mirino, sebbene i rapporti sui danni in questa seconda città risultino ancora frammentari.
Quello di stanotte non è stato un attacco isolato, ma l’ennesimo capitolo di una guerra che, nonostante i tentativi di mediazione – ultimo quello fallito a Londra –, sembra lontana da una soluzione. Le esplosioni, descritte dai giornalisti dell’AFP come accompagnate dal rombo degli aerei e dal ronzio dei droni, hanno riempito ancora una volta il cielo di Kiev, mentre i vigili del fuoco combattevano contro le fiamme divampate a causa dei detriti incandescenti. Tra le macerie di un edificio residenziale, si teme che possano essere rimaste intrappolate altre vittime, anche se le operazioni di ricerca, complicate dalla notte e dalla vastità dell’area colpita, procedono a rilento.