Riorganizzazione della Difesa Italiana: Nuove Proposte in Arrivo
Roma, 7 dicembre 2025 – Una riorganizzazione della difesa a 360 gradi sta per essere proposta dall’Italia, con l’obiettivo di affrontare le sfide future senza dipendere dagli alleati americani. La premier Giorgia Meloni ha sottolineato questa necessità e il ministro della Difesa Guido Crosetto presenterà un progetto al Parlamento all’inizio del 2026, con l’intento di abrogare la legge 244 che limita il personale della Difesa a 170mila unità, mentre attualmente il numero è di 160mila, riporta Attuale.
Il disegno di legge, per il quale Crosetto richiederà un “percorso accelerato” per approvare la legge in poche settimane, prevede una leva volontaria sul modello francese e tedesco. Questo rappresenta un “cambio di regole epocale”, che mira a incrementare il numero dei militari di almeno 30-40 mila unità e migliorare la loro retribuzione, assicurando anche la creazione di una vera Riserva, con almeno 10mila individui, inclusi professionisti civili altamente specializzati. Questo progetto ambizioso è in fase di sviluppo da diversi mesi, mentre all’interno della maggioranza si intensifica lo scontro con la Lega, che ha sollevato obiezioni anche su un utilizzo del Mes come garanzia per un prestito all’Ucraina dopo il rifiuto della BCE.
“L’anno di leva volontaria può essere un’occasione di riscatto per i giovani di tanti territori difficili che non hanno offerto loro nessuna alternativa di riscatto o di crescita. Potranno contare su uno stipendio guadagnato servendo e formandosi. Insomma, una seconda chance”, ha spiegato ieri il ministro a Avvenire. Tuttavia, per il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, la soluzione alla crisi di reclutamento nelle forze armate richiede un altro approccio. “Il militare è uno dei lavori che gli italiani non vogliono più fare. Quanto proposto da Crosetto è utile, ma serve anche altro per raggiungere i numeri necessari. È necessaria un decreto flussi per i militari, un incentivo per chi decide di arruolarsi in Italia da Paesi selezionati come Libia, Egitto e Somalia, che possono rivelarsi utili nelle missioni future”, ha affermato Tricarico. Infatti, in Afghanistan, abbiamo lasciato indietro 700 persone che avevano collaborato con noi come traduttori e mediatori culturali, un aspetto critico da affrontare in un contesto di intervento internazionale.
Un punto fondamentale del Documento pluriennale del ministero della Difesa è la costruzione di un ‘dome nazionale’, un’architettura protettiva multilivello che prevede la difesa spaziale, missilistica e antidrone, richiedendo un investimento programmato di circa 4,4 miliardi. Al suo interno sono previsti sistemi spaziali per l’allerta missilistica, radar avanzati, velivoli per la difesa aerea come il Global Combat Air Programme (Gcap), il caccia di sesta generazione, e la batteria Samp-T next generation. “Un progetto molto impegnativo anche dal punto di vista finanziario, ma necessario, perché – evidenzia Ticarico – riguarda uno dei punti più critici del nostro sistema di difesa”. Inoltre, ottimismo deriva dal progetto Gcap per i caccia di nuova generazione, sviluppato congiuntamente da Italia, Regno Unito e Giappone, che potrebbe vedere l’adesione della Germania, soprattutto ora che il progetto franco-tedesco-spagnolo (Future Combat Air System) è in difficoltà.