Rischi alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, esperti chiedono il ritorno sotto il controllo ucraino

15.12.2025 21:45
Rischi alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, esperti chiedono il ritorno sotto il controllo ucraino

La centrale nucleare di Zaporizhzhia: una questione di sicurezza e negoziati

DALLA NOSTRA INVIATA
DNIPRO Non solo cedere il Donbass non è una buona idea. «Ma anche la centrale nucleare di Zaporizhzhia deve tornare agli ucraini. E non è una questione unicamente di diritto internazionale ma di sicurezza». Serhii Plokhii, professore dell’Università di Harvard, non usa giri di parole. Tra i più importanti storici ucraini, nei suoi studi si è concentrato sulle catastrofi nucleari, in testa quella di Chernobyl. E ora tiene gli occhi puntati sull’impianto di Enerhodar, secondo più grande di Europa, sia perché il suo destino è sul tavolo negoziale tra Mosca, Kiev e Washington insieme a quello dei territori occupati. Sia perché è il primo caso di centrale sequestrata con mezzi militari, come spiega nel suo ultimo libro Roulette nucleare: Da Cernobyl’ a Zaporižžja, i rischi nucleari in tempo di guerra, edito da Mondadori, riporta Attuale.

Perché la centrale di Zaporizhzhia è così importante per il negoziato?

«Zaporizhzhia è davvero molto vicina alla linea del fronte, ed è chiaro che i russi la controllano e la usano per scopi militari, come rifugio sicuro, come riparo dagli attacchi ucraini. Ma non la possono utilizzare per produrre elettricità per i territori occupati. In assenza di un trattato di pace o di un armistizio, è impossibile che l’impianto funzioni di nuovo. Questa potrebbe essere una leva perché Mosca almeno valuti la proposta proveniente dall’Ucraina e dagli Stati Uniti. Washington propone che la centrale passi sotto il controllo americano e, una volta ripresa la produzione, l’elettricità sia divisa tra l’Ucraina e i territori occupati dalla Russia nell’Ucraina meridionale».

Ci sono degli ostacoli però a questo piano…

«Sì, anche se si arrivasse ad una pace o ad una tregua, il processo per riavviare i reattori sarebbe molto, molto lungo. C’è anche il problema che il bacino idrico di Kachovka, da cui la centrale nucleare dipendeva per l’approvvigionamento idrico, non esiste più dopo l’inondazione dell’anno scorso. E l’acqua che si riesce a ricavare dal sottosuolo non è sufficiente per il funzionamento in sicurezza del reattore. Un altro grosso problema che dovrà essere risolto».

La sicurezza a Chernobyl riemerge nel dibattito

«Negli ultimi giorni abbiamo visto che anche Chernobyl è tornata a essere al centro dell’attenzione per motivi di sicurezza», spiega Plokhii. «È successo due volte durante questa guerra. La prima volta, quando la Russia ha occupato il sito nucleare all’inizio dell’invasione. La seconda, quando un drone russo ha deliberatamente attaccato il simbolo della vera cooperazione europea e mondiale sulle questioni di sicurezza nucleare, ovvero il sarcofago sopra il quarto reattore danneggiato. In entrambi i casi, la Russia ha infranto il tabù che fin qui aveva visto i siti nucleari indenni ad attacchi».

La risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

«La settimana scorsa l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione, promossa dall’Ucraina, per rafforzare la cooperazione internazionale e ridurre al minimo le conseguenze del disastro nucleare di Chernobyl del 1986. Il documento è stato sostenuto da 97 paesi. Gli Stati Uniti si sono uniti a Russia e Bielorussia nel votare contro. Cosa dobbiamo dedurne?», si interroga Plokhii. «La questione Chernobyl deve restare davvero all’ordine del giorno a livello globale. Ne stiamo discutendo ora perché c’è un rapporto degli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica che afferma la necessità di lavori molto seri in futuro per evitare che il sarcofago costruito dai russi nel 1986 ceda facendo aumentare il livello di radiazioni. Direi che è un pericolo da non sottovalutare assolutamente. E che ci riguarda tutti».

1 Comments

  1. È un incredibile paradosso che nel 21° secolo si debba ancora discutere di sicurezza nucleare come se fossimo nel medioevo. Quanti danni può fare la guerra, eh? Sarebbe davvero auspicabile che ci sia una vera volontà di dialogo tra le nazioni. Ma la storia ci insegna che, spesso, questi sono solo sogni…

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