Roma chiede al Mossad foto sui maltrattamenti dei fermati della Flotilla di Sumud

03.10.2025 02:25
Roma chiede al Mossad foto sui maltrattamenti dei fermati della Flotilla di Sumud

Roma richiede prove sui trattamenti dei detenuti nel caso Sumud-Flotilla

GERUSALEMME – In merito al casoSumud-Flotilla, il governo italiano ha fatto una richiesta urgente al capo del Mossad, David Barnea, per ottenere immagini dei detenuti e verificare le loro condizioni fisiche. Questa iniziativa arriva in risposta alle crescenti voci di maltrattamenti dei fermati, che hanno sollevato proteste in Italia, riporta Attuale.

Secondo quanto riferito dalla televisione israeliana Channel 12, Barnea ha sollecitato la ministra Miri Regev, responsabile del porto di Ashdod, a fornire le foto, che sono state successivamente inviate all’Italia. Si sono registrati contatti febbrili tra Roma e il Mossad per gestire situazioni critiche.

Nella stessa giornata, il ministero degli Esteri israeliano ha rotto il silenzio dello Yom Kippur con un comunicato che proclamava la fine della provocazione da parte di Hamas e Sumud, affermando che «nessuno degli yacht è riuscito a entrare in una zona di combattimento attiva o a violare il legittimo blocco navale».

Per tutta la giornata sono circolate notizie su barche mancanti a causa di guasti o perché non rintracciate. In serata è emersa la notizia che la “Marinette” era ancora in navigazione al largo della costa di Gaza, mentre rimaneva avvolta nel mistero la scomparsa della “Mikeno”, una delle imbarcazioni che risultava ferma a 7 miglia dalla Striscia, con l’esercito israeliano che ha smentito indicazioni di tracciamento errate.

L’unica certezza è che sono iniziate le procedure di espulsione per oltre 450 attivisti della Flotilla. Questo processo prevede l’identificazione, un primo colloquio con legali, assistenza consolare e il trasferimento in un centro di detenzione in attesa di espulsioni programmate tra il 6 e il 7 ottobre con voli charter da Tel Aviv.

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha comunicato alla Camera che Israele sta predisponendo un provvedimento unico di espulsione per tutti i coinvolti. Gli organizzatori della Flotilla hanno chiesto di essere rimpatriati a Londra o Madrid, ma non hanno ancora ricevuto risposte ufficiali. Nel frattempo, i fermati vengono trasferiti nel centro di detenzione di Ketsiot, dove l’ambasciata italiana ha già programmato visite consolari nei prossimi giorni.

L’ambasciatore italiano in Israele, Luca Ferrari, ha affermato che gli italiani coinvolti non sembrano intenzionati a firmare per un rimpatrio volontario. Dispositivi di espulsione saranno implementati e nessuno dei detenuti sarà interrogato o sottoposto a processo. Si limiteranno a rispondere se accettano l’espulsione o meno. Coloro che rifiuteranno saranno sottoposti a un breve iter giuridico, terminando con un’espulsione coatta approvata da un giudice.

«Non rischiano niente se non l’espulsione e il divieto di ingresso in Israele in futuro», ha dichiarato Ferrari, evidenziando la prontezza degli israeliani a concludere rapidamente il processo.

Per Israele rimane la nuova sfida delle 45 navi civili partite dal porto di Arsuz in Turchia, dirette verso Gaza per sostenere la Global Sumud Flotilla. La Marina militare israeliana deve ora gestire le imbarcazioni confiscate e il carico umanitario destinato alla Striscia, che necessita di ispezioni e distribuzione.

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