Rubio: “Azione militare di Israele”. Fonti da Gerusalemme: “Eliminati numerosi scienziati nucleari di Teheran”

13.06.2025 04:36
Rubio: "Azione militare di Israele". Fonti da Gerusalemme: "Eliminati numerosi scienziati nucleari di Teheran"

Riunione alla Casa Bianca dopo l’attacco israeliano in Iran

Dalla nostra inviata a Los Angeles
Donald Trump ha convocato un incontro di gabinetto alla Casa Bianca poco dopo l’annuncio dell’attacco israeliano contro i siti nucleari in Iran. In contemporanea, il Mossad avrebbe eseguito operazioni di sabotaggio destinate a compromettere i siti legati ai missili balistici e le infrastrutture difensive iraniane, secondo quanto riferito da Barak Ravid, giornalista di Axios. Fonti della Difesa israeliana avrebbero inoltre indicato che figure chiave della leadership militare iraniana e i principali scienziati nucleari sarebbero stati obiettivi dell’attacco, con la possibilità che tutte queste entità siano state eliminate, riporta Attuale.

Negazione del coinvolgimento americano

Il governo degli Stati Uniti ha categoricamente negato di aver fornito supporto a Israele durante l’operazione contro l’Iran. Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, in un comunicato ha dichiarato: «Israele ha portato a termine un’azione unilaterale questa sera. Non siamo coinvolti negli attacchi contro l’Iran e il nostro obiettivo principale è quello di salvaguardare le forze americane nella regione. Israele ci ha informato di considerare questa azione necessaria per la propria autodifesa. L’amministrazione Trump ha adottato tutte le misure necessarie per tutelare i nostri uomini e mantenere un contatto stretto con i nostri alleati regionali. È fondamentale ribadire: l’Iran non deve mirare agli interessi o al personale americano».

Assenza di sostegno esplicito

Nel suo messaggio, non è stata fatta alcuna menzione del supporto americano a Israele, un fatto notevole per un segretario di Stato in tali circostanze. Secondo Barak Ravid, Israel ha avvisato i propri alleati regionali e globali circa mezz’ora prima dell’attacco, chiarendo che «gli Usa non sono coinvolti e l’unico desiderio del presidente Trump è la pace». Trump avrebbe preferito evitare che tale azione si concretizzasse. L’attacco è avvenuto alla vigilia del sesto round di colloqui statunitensi con l’Iran sul programma nucleare, con discussioni che già da settimane prefiguravano l’eventualità di un attacco israeliano, anche senza supporto diretto da parte americana.

Questioni aperte in merito alla dissuasione

Una questione rimane irrisolta: fino a che punto Trump ha cercato di dissuadere Netanyahu? Secondo quanto riportato dalla rete israeliana Channel 12, durante una conversazione telefonica, il presidente americano avrebbe assicurato al primo ministro israeliano che i negoziati nonostante l’atteggiamento più aggressivo dell’Iran non erano ancora naufragati. Tuttavia, non avrebbe dato a Netanyahu una chiara risposta sulla possibilità di un’azione unilaterale da parte di Israele.

Rischi di un’escalation

Brett McGurk, ex assistente per la sicurezza nazionale di Biden per il Medio Oriente, ha espresso su CNN che questa tipologia di attacco potrebbe scatenare una risposta da parte dell’Iran e, nel caso in cui ciò accadesse, gli Stati Uniti saranno inevitabilmente costretti a schierarsi con Israele nella sua difesa. Il rischio di un coinvolgimento americano nel conflitto rimane elevato, considerando che gli Stati Uniti hanno molteplici basi militari nella regione pronte a rispondere e c’è una concreta possibilità che l’Iran attui rappresaglie terroristica contro tali installazioni.

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