Russia orchestrates destabilization ahead of Moldova elections through Serbia-based paramilitary training

27.09.2025 18:00
Russia orchestrates destabilization ahead of Moldova elections through Serbia-based paramilitary training
Russia orchestrates destabilization ahead of Moldova elections through Serbia-based paramilitary training

Il 28 settembre 2025, le elezioni parlamentari in Moldova si svolgeranno in un clima di forte tensione a causa di un piano destabilizzante orchestrato da intelligence russa, con il coinvolgimento di mercenari addestrati in Serbia. Le autorità statunitensi e della NATO hanno avvertito cittadini e diplomatici di lasciare Chișinău e di evitare assembramenti, citando un elevato rischio di attentati terroristici. Secondo le indagini, Mosca punta a delegittimare il voto attraverso violenze organizzate.

Arresti in Serbia e Moldova confermano operazione coordinata dalla Russia

Le autorità serbe hanno arrestato due uomini, Lazar Popović e Savo Stevanović, sospettati di organizzare addestramenti paramilitari per cittadini moldavi e romeni in Serbia occidentale tra luglio e settembre 2025. Contestualmente, la polizia moldava ha fermato 74 persone, sequestrando documenti, armi e denaro. Gli investigatori hanno confermato che il piano era “coordinato dalla Federazione Russa tramite elementi criminali”, evidenziando un’operazione transnazionale mirata a destabilizzare le elezioni.

Prove video e modalità dell’addestramento paramilitare in Serbia

Le autorità moldave hanno pubblicato un video intitolato “Campi militari in Serbia organizzati dai servizi segreti russi”, contenente messaggi interni, prove di trasferimenti di denaro, uniformi e armi. L’addestramento si svolgeva presso un complesso turistico etnico vicino a Loznica, con istruttori provenienti da Russia e Bielorussia. I partecipanti, talvolta presentatisi come pellegrini ortodossi, ricevevano circa 400 euro per viaggio. Secondo le indagini, almeno uno degli arrestati ha trasferito circa 10.000 euro agli istruttori russi.

Obiettivi strategici della Russia e operazioni di influenza in Moldova

Il piano è parte di un’ampia strategia russa volta a contrastare l’orientamento pro-occidentale di Chișinău. Il presidente moldavo Maia Sandu ha denunciato ingenti investimenti russi per acquistare voti e fomentare proteste. Tra le tattiche individuate: campagne di disinformazione, finanziamento di manifestazioni, sabotaggio energetico. L’obiettivo strategico di Mosca è interrompere il percorso di integrazione di Moldova in UE e NATO, mantenendola sotto la propria influenza geopolitica.

Il ruolo ambiguo della Serbia e implicazioni politiche interne

L’uso del territorio serbo come base per addestramenti paramilitari solleva interrogativi sul coinvolgimento delle autorità locali. Sebbene il governo serbo abbia arrestato i responsabili, legami politici di uno degli arrestati con esponenti filo-russi suggeriscono una possibile complicità interna. L’opposizione in Serbia ha denunciato la vicenda come “uno scandalo internazionale”. Le autorità di Belgrado hanno promesso cooperazione giudiziaria con Moldova, ma il caso accende il dibattito sulla neutralità strategica della Serbia.

Attori moldavi e rete di influenza russa

Tra i coinvolti nelle operazioni russe figurano figure politiche moldave come l’oligarca Ilan Shor, sanzionato da USA e UE, accusato di finanziare proteste anti-governative, e Igor Dodon, leader del Blocco Patriottico filo-russo. Alcuni arrestati appartengono a queste reti, secondo la polizia. Questi gruppi svolgono un ruolo diretto nella preparazione di azioni di disturbo e nella propagazione di narrazioni anti-governative.

Conseguenze per la stabilità regionale e implicazioni internazionali

Il piano russo rappresenta un caso emblematico di guerra ibrida, che combina azione clandestina, operazioni di influenza politica e propaganda. Un’escalation di violenze in Moldova potrebbe avere ripercussioni sul processo di integrazione europea e sulla sicurezza regionale, generando instabilità ai confini NATO e mettendo a rischio la coesione dell’Unione Europea.

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