Sanzioni per generali israeliani dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023

24.11.2025 07:35
Sanzioni per generali israeliani dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023

Misure Disciplinari Dopo L’Attacco del 7 Ottobre: Conseguenze per i Comandanti Israeliani

Il capo delle forze armate israeliane, Eyal Zamir, ha annunciato domenica sera le prime sanzioni ufficiali contro i comandanti ritenuti responsabili dell’incapacità di prevenire l’attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023, che ha inaugurato l’invasione israeliana della Striscia di Gaza. Questa decisione è scaturita dai risultati di un’indagine condotta da esperti esterni, riporta Attuale.

La maggior parte dei comandanti colpiti dalle misure disciplinari si era già dimessa dal servizio attivo, rendendo le decisioni di Zamir in gran parte simboliche. Alcuni degli ufficiali coinvolti nel conflitto del 7 ottobre rimarranno in carica fino alla scadenza dei loro mandati, in alcuni casi per diversi anni.

Zamir ha dichiarato che prendere tali decisioni non è stato semplice, ma ha sottolineato l’importanza di stabilire una responsabilità chiara per quanto accaduto, al fine di mantenere la fiducia del pubblico nell’esercito, che ha ricevuto critiche negli ultimi due anni per la sua incapacità di prevedere l’assalto. Ha tuttavia elogiato gli ufficiali colpiti dalle sanzioni, affinché l’esercito possa imparare dai propri errori. In particolare, ha affermato che l’indagine ha rivelato un «quadro inequivocabile»: il 7 ottobre, l’esercito israeliano ha fallito nel suo compito principale, ovvero quello di proteggere i cittadini di Israele.

Tra i comandanti interessati figurano l’ex capo dei servizi segreti dell’IDF, Aharon Haliva, che ha annunciato le sue dimissioni nell’aprile 2024 e sarà congedato dal servizio. Anche Oded Basyuk, ex capo della Direzione delle Operazioni il 7 ottobre, e Yossi Sariel, ex comandante dell’Unità 8200, e Yaron Finkelman, ex capo del Comando Meridionale, sono stati inclusi tra coloro che hanno già presentato le proprie dimissioni.

Zamir ha anche richiamato formalmente altri comandanti. Ha stabilito che l’attuale capo dell’intelligence, Shlomi Binder, completerà il suo mandato e poi si ritirerà, così come il capo dell’Aeronautica Militare israeliana, Tomer Bar, il cui incarico scadrà nell’aprile 2026. Un’altra decisione simile è stata adottata nei confronti dell’attuale capo della Marina Militare, David Sa’ar Salama, che rimarrà in carica ancora per alcuni mesi.

A febbraio di quest’anno, l’esercito israeliano ha pubblicato un rapporto che riconosceva il proprio «totale fallimento» nel proteggere i civili sia prima che durante l’assalto del 7 ottobre. Questo rapporto è stato rilasciato un mese dopo che Zamir era subentrato al suo predecessore, Herzi Halevi, e aveva istituito una commissione esterna per esaminare tali conclusioni.

Le misure disciplinari annunciate da Zamir giungono in un momento in cui la pressione pubblica sul primo ministro Benjamin Netanyahu cresce per l’istituzione di una commissione d’inchiesta nazionale sull’attacco del 7 ottobre. La legge israeliana prevede vari tipi di commissioni, ma quella attualmente discussa è una commissione d’inchiesta statale, presieduta da un giudice della Corte Suprema e dotata di poteri simili a quelli di un tribunale.

Le richieste di una commissione sono sostenute principalmente dalle opposizioni politiche e dalle associazioni dei familiari delle vittime e degli ostaggi. Negli ultimi due anni, Netanyahu è riuscito a evitare indagini più approfondite, giustificando la sua posizione con la guerra in corso nella Striscia di Gaza. Con il cessate il fuoco attualmente in vigore a Gaza, sta tentando una nuova strategia: procrastinare, mentre sostiene che una commissione d’indagine nominata dal governo avrebbe maggiore fiducia popolare rispetto a una commissione indipendente, dato il conflitto in corso con il potere giudiziario.

Netanyahu è preoccupato che i risultati di un’indagine indipendente possano mettere a rischio il suo governo, costringendolo a dimettersi. Questa eventualità rappresenterebbe un problema non solo politico, ma anche giudiziario, poiché è coinvolto in un processo per frode e corruzione.

È evidente che l’incapacità di prevenire e rispondere in modo tempestivo all’attacco di Hamas, che ha portato all’uccisione di 1.200 persone e al rapimento di più di 250, rappresenta uno dei più gravi fallimenti delle forze armate e dei servizi segreti israeliani. In risposta, Israele ha lanciato un’invasione della Striscia di Gaza, avviando una campagna di bombardamenti che ha causato la morte di circa 70.000 palestinesi e la distruzione della maggior parte delle infrastrutture della regione nel corso di due anni.

1 Comments

  1. Incredibile come un attacco del genere possa avere conseguenze così gravi! Eppure, le sanzioni sembrano più simboliche che altro, considerando che molti ufficiali si sono già dimessi. Mi chiedo che fiducia possa avere il pubblico nei confronti di un esercito che ha fallito nel proteggere i propri cittadini. Non vorrei essere nei panni di Netanyahu…

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