Attuale riporta che Luca Casarini, noto capomissione di Mediterranea Saving Humans, è tornato a esprimersi riguardo alla sorveglianza subita negli ultimi anni tramite uno spyware dell’azienda israeliana Paragon. Attraverso un ampio post sui social media, Casarini si definisce un «rinnegato» agli occhi del potere, pur ribadendo con determinazione il suo impegno per la solidarietà e la tutela dei diritti umani. «Mi vergogno quasi a continuare a scrivere su questa vicenda», ha esordito, aggiungendo che questa è solo una piccola parte delle enormi sofferenze che migliaia di individui affrontano nei lager libici, sotto bombe o braccati dai cani da guardia. Ha riconosciuto il suo privilegio e l’importanza di non dimenticarlo. Casarini si assume la responsabilità delle sue parole sottolineando: «Non sono una vittima, ma respiro con gioia contro un potere privo di anima, caratterizzato da violenza e violazioni dei diritti umani. Non sono innocente».
«Fanno bene a spiarmi»
Secondo Casarini, il sistema politico tende a «assolutizzarsi» e a reprimere ogni forma di dissenso. I manifestanti americani gridano «No Kings» mentre affrontano i Marines e la Guardia Nazionale, e in questo contesto, afferma che «fanno bene a spiarmi e a considerarmi una minaccia per i loro traffici illeciti con i peggiori criminali del Mediterraneo». Il suo impegno è fermo: «Ho scelto di vivere in questo modo, insieme ai miei compagni di Mediterranea, dedicando il tempo che mi rimane a sabotare i loro piani di omissione di soccorso e lavorando instancabilmente per pratiche di solidarietà con gli ultimi, contrastando l’individualismo che ha preso piede nel mondo».
«Pratico la cospirazione del bene»
Casarini ha denunciato il ruolo attivo dei governi nel finanziare centri di detenzione in Libia, Italia e Albania, dove sono rinchiuse persone innocenti considerate «umanità in eccesso». «Per loro sono un rinnegato», scrive senza paura, «ma ogni vita salvata in mare ha un valore che supera di gran lunga le difficoltà che affronto: spionaggi, processi, diffamazioni, minacce. Un tempo alimentavo “l’odio mosso dall’amore”, ora l’amore è ciò che mi guida». Ha ribadito che l’uso dei servizi segreti per monitorare gli oppositori politici rappresenta una pratica più simile a quella di un regime che di una democrazia. Conclude infine: «Fanno bene a spiarmi, a considerarmi una minaccia sia da destra che da sinistra. Nella loro corsa bellica, io sono un pirata. Credo e pratico “la cospirazione del bene”. L’ho fatto, lo faccio e lo farò finché avrò forza e spirito. Sono nel mondo, ma non di questo mondo».