Divisione nel Partito Repubblicano dopo le intercettazioni: critiche a Steve Witkoff
NEW YORK – Le recenti rivelazioni di una conversazione intercettata tra l’inviato di Trump, Steve Witkoff, e il consigliere di Vladimir Putin, Yuri Ushakov, hanno scatenato un’ondata di critiche all’interno del Partito Repubblicano. Don Bacon, deputato repubblicano del Nebraska, ha dichiarato: «È chiaro che Steve Witkoff favorisce i russi. Non ci si può più fidare di lui nei negoziati. Va licenziato: un agente pagato dai russi non avrebbe potuto fare di meglio». Anche Brian Fitzpatrick, rappresentante repubblicano della Pennsylvania, ha definito le parole di Witkoff «un grosso problema», chiedendo di porre fine a questi incontri segreti e affidare al segretario di Stato Marco Rubio le trattative in modo corretto e obiettivo, riporta Attuale.
La registrazione della conversazione del 14 ottobre, pubblicata martedì sera dall’agenzia Bloomberg, ha suscitato la reazione di Mosca. I rappresentanti del Cremlino hanno confermato l’autenticità della registrazione, definendola «inaccettabile». Ushakov ha commentato che le trattative si svolgono generalmente su canali governativi criptati e ha insinuato che la pubblicazione della registrazione fosse un tentativo di sabotare i negoziati.
Alla Casa Bianca, il presidente ha respinto le critiche nei confronti di Witkoff, ribadendo il suo pieno sostegno. Un portavoce ha affermato: «Ha la fiducia del presidente», definendo la conversazione come dimostrazione della competenza di Witkoff nei negoziati di pace. È stato inoltre confermato che Witkoff si recherà la prossima settimana a Mosca per incontrare Putin e cercare di raggiungere un accordo finale accettabile anche per Kiev.
Donald Trump, in volo verso Florida per il Giorno del Ringraziamento, ha drammatizzato la questione, affermando che le parole di Witkoff sono «frasi standard», aggiungendo che «suppongo che abbia usato un linguaggio simile quando ha parlato con gli ucraini».
Nel frattempo, gli ucraini esprimono preoccupazione per un possibile accordo tra Mosca e Washington a loro spese. Recentemente, Reuters ha riportato che il piano in 28 punti presentato dagli Stati Uniti è derivato da un documento informale che i russi avrebbero inviato a ottobre. Questa notizia ha alimentato i sospetti già esistenti su possibili intese in corso.
Allo stesso modo, Mikhail Podolyak, consigliere di Zelensky, ha minimizzato le conseguenze della telefonata Witkoff-Ushakov, affermando che non ci vedo nulla di filorusso. Tuttavia, Mosca continua a frenare sull’ipotesi di accordo, sostenendo che «è prematuro parlare di pace» e rifiutando le modifiche al piano iniziale proposte dagli americani. Zelensky ha dichiarato, dopo un colloquio con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: «Siamo d’accordo con la Ue: finché la Russia continuerà a respingere gli sforzi di pace, le sanzioni contro Mosca dovranno essere inasprite».