Siria attacca la minoranza: la strategia di Netanyahu spiegata

17.07.2025 00:25
Siria attacca la minoranza: la strategia di Netanyahu spiegata

Chi sono i Drusi?

I Drusi, seguaci di una fede monoteista radicata nel contesto abramitico, non si identificano come musulmani, pur parlando arabo e mantenendo alcune pratiche rituali riservate esclusivamente ai membri della loro comunità. La loro dottrina comprende la reincarnazione e l’idea dell’eternità dell’anima. Attualmente, si stima che la popolazione drusa si aggiri fra 800.000 e un milione di individui, distribuiti principalmente in Siria, Libano e Israele. Questa minoranza, orgogliosa della propria identità, ha sempre cercato di mantenere una comunità chiusa, ma è anche disposta a compiere compromessi per convivere con i governi locali, a fronte di persecuzioni e discriminazioni che hanno subito nel corso della storia, riporta Attuale.

Perché il nuovo governo di Damasco li attacca?

Il presidente Ahmed al Sharaa guida una fragile coalizione di milizie sunnite emerse dopo oltre un decennio di conflitti in Siria. La caduta del regime di Bashar Assad ha lasciato un vuoto di potere, favorendo una ristrutturazione delle dinamiche politiche e militari nel paese. Da tempo, Al Sharaa è impegnato in un’operazione per unificare la Siria, ma le sue politiche repressive hanno già causato numerosi scontri e vittime, inclusi oltre un centinaio di Drusi nella regione di Damasco. Inoltre, la sua origine politica dai ranghi dell’ISIS e legami con milizie estremiste hanno accentuato l’ostilità verso i Drusi, già sostenuti da forze alawite che combattevano contro i gruppi sunniti.

Che ruolo gioca Israele?

Israele, sotto la guida di Benjamin Netanyahu, ha presentato il suo intervento come un sostegno a una minoranza in pericolo. I Drusi israeliani, perlopiù residenti nel Golan, si sono offerti di aiutare i loro compatrioti in Siria, ma il contesto regionale è più complesso e ricco di tensioni.

Che cosa vuole Netanyahu?

Secondo vari analisti, Israele sta cercando di stabilizzare i legami con Damasco, ma è preoccupato per il potenziale caos che potrebbe emergere. Dinamiche recenti, come l’attacco di Hamas, hanno portato a una intensificazione delle operazioni israeliane, inclusi bombardamenti su basi siriane, e un’espansione della presenza militare nelle alture del Golan. Questo ha spinto Israele a cercare alleati tra i Drusi, che vivono in una regione potenzialmente instabile, nonostante le aperture di dialogo da parte di Al Sharaa verso Netanyahu.

Quali vie d’uscita?

In questo contesto complicato, Stati Uniti e Turchia stanno cercando di mediare. Un recente incontro tra il presidente Trump e Al Sharaa ha aperto la porta a possibilità di dialogo, e anche Erdogan ha manifestato sostegno. Tuttavia, il crescente ruolo della Turchia nella regione preoccupa Israele, che teme una possibile espansione dell’influenza turca e cerca di rafforzare le proprie relazioni con i curdi per bilanciare questa dinamica.

Da non perdere