La Slovacchia non parteciperà al programma dell’Unione Europea per il sostegno militare a Kyiv. Il primo ministro Robert Fico ha dichiarato in conferenza stampa che rifiuta qualsiasi coinvolgimento in schemi finanziari destinati a sostenere le spese militari ucraine, citando rischi economici e legali. La posizione slovacca arriva mentre i leader europei cercano di coprire le esigenze finanziarie urgenti dell’Ucraina nei prossimi due anni. Reuters ha riportato le sue dichiarazioni qui senza conferme immediate di cambi di rotta.
Critiche sugli attivi russi congelati
Fico ha criticato l’ipotesi europea di utilizzare circa 140 miliardi di euro in attivi russi congelati, affermando che ciò potrebbe generare contenziosi internazionali e possibili misure di ritorsione da parte di Mosca. Al vertice del 23 ottobre 2025 l’UE aveva evitato l’approvazione diretta di tale piano, pur mantenendolo in agenda. Kyiv sostiene che quei fondi potrebbero essere impiegati per rafforzare difesa aerea, aviazione e posizioni sul fronte.
Linea nazionale su aiuti e sanzioni
Dal suo ritorno al potere nell’ottobre 2023, Fico ha interrotto la fornitura statale di armamenti all’Ucraina, mantenendo però la possibilità per le imprese private slovacche di rispettare i contratti commerciali in corso. Il governo rimane disponibile a fornire aiuti umanitari e non militari, come confermato dall’annuncio di un pacchetto di supporto ingegneristico e sminamento. Il premier continua inoltre a contestare le sanzioni UE contro la Russia, giudicandole dannose per l’economia europea più che per quella russa.
Impatto sul fronte europeo
La decisione di Bratislava indebolisce il fronte comune europeo nel sostegno militare a Kyiv e riflette la visione di Fico secondo cui non esiste una soluzione militare al conflitto. La sua postura, concentrata sulle priorità economiche nazionali, crea frizioni con la maggioranza degli Stati membri che puntano al rafforzamento delle capacità difensive ucraine. La politica slovacca aumenta le divisioni interne all’UE in un momento cruciale per la sicurezza regionale.