Sophie di Edimburgo a Srebrenica: Un tributo alle vittime del massacro
Sophie di Edimburgo si trova a Srebrenica per commemorare l’anniversario del massacro e delle atrocità che hanno caratterizzato il conflitto nei Balcani. Non è una coincidenza che re Carlo III abbia scelto proprio lei, consorte del principe Edoardo, per portare il proprio messaggio di conforto alle madri sopravvissute a questa tragedia, avvenuta oltre trent’anni fa quando le truppe guidate dal generale Radko Mladic sterminarono quasi diecimila persone. «Il nostro dovere è ricordare chi ha perso la vita in modo così tragico – ha sottolineato la duchessa di Edimburgo a nome del re – e garantire che episodi simili non si ripetano mai più. Solo unendo le forze possiamo trovare la pace», riporta Attuale.
Le violenze e le atrocità di guerra a Srebrenica hanno segnato la storia, e Sophie ha scelto di utilizzare la sua influenza reale per sostenere la battaglia contro la violenza sessuale in conflitti attraverso l’iniziativa del Regno Unito nota come Preventing Sexual Violence in Conflict Initiative e l’Agenda delle Nazioni Unite per le Donne, la Pace e la Sicurezza.
Un anno fa, Sophie era diventata la prima reale britannica a visitare l’Ucraina dall’inizio dell’aggressione russa nel 2022. Questa missione, intrapresa per conto del Foreign Office britannico, l’ha vista incontrare vittime di torture e abuso, inclusa la first lady ucraina, Olena Zelenska. Nel corso della sua carriera, ha visitato diverse aree di conflitto come la Sierra Leone, il Sud Sudan, il Congo e la Colombia.
La duchessa ha inoltre incontrato Denis Mukwege, premio Nobel per la Pace 2018, che si è dedicato a curare donne vittime di violenza sessuale nel Congo. È così che è nata la sua collaborazione con le iniziative Women Peace and Security e Preventing Sexual Violence in Conflict, quest’ultima lanciata dalla celebre attrice Angelina Jolie in qualità di inviato speciale dell’UNHCR e insieme a Lord Hague, ex ministro degli Esteri britannico. Per Sophie, tipicamente riservata e lontana dai riflettori, questo impegno rappresenta una vera e propria discesa in campo.
Ma perché si batte per questo? La duchessa ha spiegato nel 2019 che il progetto di Jolie mira a combattere lo stigma associato alla violenza sessuale, che continua a perseguitare le sopravvissute e i bambini nati da tali violenze. Ha anche sottolineato che «Gli accordi di pace hanno il 35% in più di possibilità di durare oltre 15 anni se le donne sono coinvolte nelle trattative». Eppure, le analisi delle Nazioni Unite mostrano che, dal 1990 al 2017, le donne hanno rappresentato solo il 2% dei mediatori di pace e l’8% dei negoziatori, un dato che deve cambiare urgentemente.
Oggi, nel portare il messaggio di re Carlo III, la duchessa Sophie ha reso omaggio alle madri di Srebrenica, lodando il loro «straordinario coraggio, compassione e dignità, una lezione per tutti noi. Spero che possiamo trarre ispirazione dalla loro incredibile resilienza in circostanze così insopportabili». Questo tributo sottolinea il coraggio e la dignità delle donne e madri in tempo di guerra.