Sparatoria a Washington: un afghano ferisce due soldati della National Guard vicino alla Casa Bianca

27.11.2025 13:36
Sparatoria a Washington: un afghano ferisce due soldati della National Guard vicino alla Casa Bianca

Attacco a Washington: due membri della National Guard in condizioni critiche dopo una sparatoria mirata

WASHINGTON – Una sparatoria avvenuta nel primo pomeriggio di ieri, mercoledì 26 novembre, a pochi isolati dalla Casa Bianca, ha lasciato in condizioni critiche due membri della West Virginia National Guard. L’attacco, ritenuto “mirato” dalle autorità, è stato perpetrato da un uomo afghano giunto negli Stati Uniti nel 2021 attraverso il programma di reinsediamento post-ritiro americano da Kabul, riporta Attuale.

Il sospettato, identificato come Rahmanullah Lakanwal, 29 anni, è rimasto ferito nello scontro a fuoco e attualmente si trova sotto custodia in ospedale. Secondo il Dipartimento della Sicurezza Interna, Lakanwal era entrato negli Stati Uniti nel settembre 2021 tramite Operation Allies Welcome, avviata dall’amministrazione Biden per accogliere cittadini afghani fuggiti dal ritorno al potere dei Talebani. Fonti di stampa riportano che Lakanwal ha collaborato in passato con le forze speciali USA e con la CIA durante la guerra in Afghanistan, servendo per dieci anni nell’esercito afghano, in gran parte nell’area di Kandahar.

La sparatoria è avvenuta intorno alle 14:15 presso l’ingresso della stazione metro di Farragut West, in una zona frequentata da turisti e pendolari, a poche centinaia di metri dalla Casa Bianca. Testimoni affermano di aver udito “una breve raffica seguita da un numero più lungo di colpi”, prima di vedere i due soldati crollare a terra. Le autorità locali comunicano che il sospettato ha agito da solo e che i membri della National Guard erano il target specifico, dislocati in città nell’ambito delle operazioni di sicurezza avviate dall’amministrazione Trump.

Il presidente Donald Trump, in un messaggio video diffuso poche ore dopo, ha definito la sparatoria “un atto di terrorismo”, annunciando una rapida intensificazione delle politiche di espulsione dei migranti. Poco dopo, l’USCIS (U.S. Citizenship and Immigration Services) ha dichiarato di aver sospeso indefinitamente l’elaborazione delle richieste di immigrazione presentate da cittadini afghani, evidenziando la necessità di “rivedere i protocolli di sicurezza e di controllo preventivo”.

Questa misura colpisce migliaia di afghani in attesa di asilo, green card o di un visto speciale come lo Special Immigrant Visa (SIV), destinato a coloro che hanno collaborato con le forze statunitensi durante i vent’anni di conflitto in Afghanistan. La decisione di sospendere le procedure migratorie ha generato preoccupazione tra le organizzazioni che assistono i rifugiati afghani. “Il caso del sospettato deve portare a un processo giudiziario serio e completo”, ha dichiarato Shawn VanDiver, presidente della coalizione #AfghanEvac. “Ma questo non può servire per stigmatizzare un’intera comunità che è sottoposta a controlli di sicurezza tra i più rigorosi al mondo”.

La sparatoria segue settimane di crescenti timori sulla sicurezza dei soldati impegnati in missioni interne. Le condizioni dei due membri della National Guard feriti rimangono critiche. La città è attualmente sotto stretta sorveglianza, con Trump che ha ordinato l’invio di altri 500 soldati, a unirsi ai circa duemila già presenti nella capitale.

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