Il nodo è quello del cessate il fuoco: Hamas chiede sia definitivo, Israele vuole una tregua temporanea e intende proseguire con l’operazione militare. Ucciso un altro ostaggio israeliano
Sempre più fragili gli equilibri in Medio Oriente, dove si attende la decisione di Hamas per i negoziati con Israele su una possibile tregua. Nella giornata del 2 maggio era trapelato l’orientamento a una “risposta negativa” ma poi è arrivata la smentita da un’altra fazione di Hamas e la nuova versione: “Sta studiando con spirito positivo la proposta di cessate il fuoco”. Non solo. Dopo un colloquio telefonico con il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamal, è stato deciso di inviare di nuovo una delegazione al Cairo.
I nodi della tregua Israele-Hamas
Il nodo sembra essere quello del cessate il fuoco: Hamas chiede sia definitivo, Israele vuole una tregua temporanea. Netanyahu ribadisce infatti di volere proseguire con l’operazione militare a Rafah e in attesa della risposta di Hamas è stato convocato il Gabinetto di guerra.
“Sono ancora in corso – ha spiegato una fonte egiziana al media qatarino ‘Al-Arabi Al-Jadid’ – gli sforzi per risolvere la questione principale relativa alla fine della guerra e al cessate il fuoco su cui esiste ancora una controversia”. Sarebbero invece risolti – secondo la fonte egiziana – i punti “sul ritiro graduale di Israele da Gaza e il ritorno degli sfollati nel nord della Striscia”.
In questi clima si colloca il nuovo appello del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, affinché Israele e Hamas raggiungano un accordo per evitare che la guerra nella Striscia di Gaza peggiori “esponenzialmente”.
“Ucciso un altro ostaggio israeliano”
Le trattative in corso non bloccano però le operazioni sul campo. L’agenzia palestinese Wafa che ha riferito di sei persone “uccise in un bombardamento israeliano sulla città di Al-Zahraa, a nord del campo di Nuseirat” nel centro di Gaza.
Il governo israeliano ha invece confermato la morte di un israeliano tenuto in ostaggio a Gaza dall’attacco di Hamas del 7 ottobre. Si tratta di Dror Or, 49 anni. Secondo quanto reso noto la moglie Yonat è stata uccisa nell’assalto, mentre due dei loro tre figli, Noam e Alma, di 17 e 13 anni, sono stati rapiti e poi liberati a novembre come parte di un accordo di cessate il fuoco e di scambio di ostaggi con prigionieri tra Israele e Hamas.
“Abbiamo il cuore spezzato nel confermare la morte di Dror Or, rapito da Hamas il 7 ottobre, assassinato e il cui corpo è ancora a Gaza”, ha scritto il governo israeliano su X, aggiungendo che “i due bambini e il fratello Yahli sono ora orfani”. Il governo non ha dato spiegazioni su come sia venuto a conoscenza della morte di Or.
Fonte: Today