Studenti iraniani in Italia: motivi del loro numero crescente

02.07.2025 11:35
Studenti iraniani in Italia: motivi del loro numero crescente

Il futuro incerto degli studenti iraniani in Italia a causa del conflitto

Dopo i bombardamenti che hanno coinvolto Israele e Iran per 12 giorni, numerosi studenti universitari iraniani in Italia hanno riattivato i contatti con famiglie e amici, relazioni che erano state interrotte a causa del blocco di internet attuato dal regime. Tuttavia, ora si trovano a dover affrontare le difficoltà derivanti da una guerra che ha reso l’Iran non solo meno sicuro, ma anche meno accessibile, riporta Attuale.

I voli internazionali sono limitati e gli spostamenti all’interno del paese risultano complessi. Molti uffici governativi sono attualmente chiusi in attesa di una stabilizzazione della situazione. La difficoltà a ottenere documenti e visti costituisce un grave ostacolo sia per gli studenti già presenti in Italia, sia per coloro che stavano per partire. Questo non rappresenta solo un problema per le università italiane, ma riguarda anche gli oltre 13mila studenti iraniani iscritti, che sono la comunità straniera più consistente nelle università italiane.

I dati forniti dal ministero dell’Università e della Ricerca, aggiornati all’anno accademico 2023/2024, indicano che gli studenti iraniani nelle università italiane ammontano a 13.068. Questo numero evidenzia un significativo aumento nel flusso migratorio di studenti iraniani verso l’Italia rispetto ad altri paesi. Al secondo posto, con meno della metà degli iraniani, si posiziona la Turchia, seguita dalla Cina.

A partire dal 2018, il numero di studenti iraniani ha visto una crescita esponenziale, quintuplicandosi in pochi anni. L’incremento è dipeso da diversi fattori, tra cui i programmi di borse di studio del governo italiano e lo sviluppo dei flussi migratori facilitati dai legami personali e dal passaparola. Tuttavia, le condizioni politiche in Iran, in particolare la repressione del dissenso da parte del regime, hanno spinto molti a cercare un futuro migliore all’estero.

Le tensioni interne sono cresciute notevolmente negli ultimi quindici anni, con proteste spontanee che hanno avuto come obiettivo la critica del sistema politico attuale, culminando nel 2022 con le manifestazioni scatenate dalla morte di Mahsa Amini, detenuta per non aver indossato correttamente il velo. Queste proteste hanno visto un’ampia partecipazione di giovani studenti, evidenziando il loro ruolo cruciale nel cambiamento sociale.

Parallelamente, l’economia iraniana ha subito gravi contraccolpi a causa delle sanzioni internazionali, contribuendo ai tassi di inflazione che hanno raggiunto il 40%. La perdita di valore della valuta locale ha ulteriormente aggravato la situazione economica. Tali difficoltà hanno portato a un aumento del numero di iraniani che sceglie di studiare all’estero, con 110mila studenti registrati nel 2024, un incremento che supera quello dei due decenni precedenti.

Fino a poco tempo fa, gli Stati Uniti rappresentavano la principale meta per gli studenti iraniani. Tuttavia, le nuove restrizioni sui visti e il contesto socio-politico hanno indirizzato molti verso paesi come Germania, Turchia e Italia, che offrono borse di studio e opzioni abitative più accessibili. Dal 2018, il programma “Study in Italy” ha facilitato l’accesso degli studenti stranieri, riservando fondi e offrendo sostegno economico.

Le domande di visto per studenti sono aumentate notevolmente nel tempo, con oltre seimila richieste approvate nel solo 2023. Tuttavia, i recenti eventi bellici minacciano di compromettere tali progressi, con gravi ritardi burocratici che influenzano la vita di migliaia di studenti. Fulvio Corno, vicerettore del politecnico di Torino, ha sottolineato le difficoltà emergenti e l’incertezza riguardo ai nuovi studenti che dovrebbero arrivare nel prossimo periodo.

Gli studenti iraniani temono per le loro borse di studio e il loro alloggio, elementi essenziali per il loro percorso formativo. L’impossibilità di recuperare documenti necessari per le borse di studio causa gravi difficoltà. Reti di solidarietà si stanno formando in città come Napoli per aiutare i giovani universitari rimasti bloccati. Petizioni e richieste di aiuto sono all’ordine del giorno, mentre le università cercano di adattare le scadenze per non penalizzare oltre misura gli studenti.

Le instabilità politiche e amministrative, insieme alle difficoltà logistiche derivanti dalla chiusura degli uffici in Iran, pongono ostacoli significativi all’istruzione e al futuro di questi studenti. Emilio Di Marzio, presidente dell’Adisurc, ha evidenziato come le possibilità di riportare la situazione alla normalità dipendano dalla facilità di accesso all’Iran e ha promesso che la situazione sarà attentamente valutata per trovare soluzioni praticabili.

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