Taylor Fritz risponde alle critiche sul coaching: “È pura follia”

25.06.2025 15:06
Taylor Fritz risponde alle critiche sul coaching: "È pura follia"

Taylor Fritz ha rinnovato le sue critiche nei confronti del coaching durante le partite, una norma introdotta nel tennis nel 2022 in forma limitata e ora estesa. La possibilità concessa da ATP e WTA ai giocatori di consultare i propri allenatori durante gli incontri ha suscitato scalpore, con molti che obiettano riguardo alla sua validità. “È orribile. È un male per lo sport, è un male terribile per il tennis senza dubbio. Se i tifosi potessero sentire tutto ciò, forse sarebbe divertente… ma nemmeno questo accade. Il tennis è uno sport individuale. Perché ci deve essere qualcun altro che mi dice cosa fare, quando la strategia è così cruciale?” ha dichiarato il tennista statunitense durante un’intervista con Tennis Insider Club, il podcast di Caroline Garcia, riporta Attuale.

Lo sfogo di Taylor Fritz

“È assolutamente ingiusto che qualcuno, se non è abbastanza intelligente da cambiare il proprio approccio, possa ricevere indicazioni. È pura follia. Credo che il gioco mentale che si sviluppa durante una partita sia una componente essenziale di questo sport: perché dovremmo abbandonarlo?” ha continuato, andando a sottolineare: “Parlo con il mio allenatore durante i match, è permesso, ma non ritengo che io debba chiedergli cosa dovrei fare. Gli esprimo ciò che osservo, le mie considerazioni, e lui semplicemente conferma le mie intuizioni. Trovo che il coaching sia errato”.

Queste affermazioni di Fritz pongono l’accento su un dibattito sempre più acceso all’interno del mondo del tennis, dove la tradizione di un gioco individuale si scontra con le nuove pratiche che potrebbero alterare in modo significativo la dinamica degli incontri. Molti atleti, oltre a Fritz, esprimono la preoccupazione che questa regola possa minare la purezza e la competizione leale del tennis, portando a una maggiore dipendenza dagli allenatori e a una diminuzione dell’abilità strategica personale.

Fritz evidenzia un punto critico: il coaching potrebbe disincentivare i tennisti a sviluppare il proprio pensiero critico e le proprie capacità decisionali, elementi fondamentali del gioco. La tensione che si genera in campo non è solo una prova di abilità tecnica, ma anche una battaglia psicologica tra i giocatori. “Se non sei sufficientemente intelligente per capire la situazione da solo, fa parte del gioco”, ha detto Fritz, ribadendo l’importanza dell’autonomia sul campo.

Con l’implementazione del coaching, i puristi del tennis temono che la sportività e il valore del gioco possano risentirne. La questione si fa complessa poiché i vantaggi competitivi e le strategia in tempo reale diventano più influenzabili. La risposta della comunità tennistica a queste critiche definirà probabilmente il futuro delle regole nel tennis e la coscienza del gioco stesso.

In un’epoca in cui la tecnologia e i cambiamenti normativi stanno trasformando il panorama sportivo, le opinioni di tennisti come Fritz sono essenziali per stimolare riflessioni profonde e potenzialmente riforme nel modo in cui il tennis viene giocato e percepito. Quest’argomento non solo interessa gli addetti ai lavori, ma coinvolge anche i tifosi, i cui valori e preferenze influenzano il futuro di questo sport amato in tutto il mondo.

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