Redazione Cultura e Spettacolo – L’esibizione di Israele all’Eurovision Song Contest 2025, affidata alla cantante Yuval Raphael, è stata accompagnata da fischi e proteste, culminate nel tentativo di tre manifestanti pro Palestina di raggiungere il palco con sacchi di vernice rossa. Bloccati dalla sicurezza, due di loro sono stati consegnati alla polizia, come confermato da un portavoce della SRG SSR, l’ente radiotelevisivo svizzero che ha organizzato l’evento a Basilea.
Il brano “New Day Will Rise”, scelto per rappresentare il Paese, è stato eseguito tra le urla di una parte del pubblico, che ha trasformato la performance in un momento di forte tensione. Se al termine sono arrivati anche applausi, i fischi hanno dominato la scena, riflettendo le polemiche che nelle settimane precedenti avevano diviso l’opinione pubblica sulla partecipazione di Israele.
Pochi istanti prima della finale, intanto, la radiotelevisione pubblica spagnola RTVE aveva pubblicato un video muto di 16 secondi con la scritta: «Di fronte ai diritti umani, il silenzio non è un’opzione. Pace e giustizia per la Palestina». Un messaggio chiaro, diffuso nonostante il veto degli organizzatori su qualsiasi forma di propaganda politica durante la kermesse.
I disordini non si sono limitati all’interno della venue. Nelle strade di Basilea, gruppi di attivisti hanno acceso fumogeni e dato vita a scontri con le forze dell’ordine, in una protesta che ormai da mesi lega l’Eurovision alle vicende del conflitto mediorientale. I media israeliani, da parte loro, hanno sottolineato il tempestivo intervento della sicurezza per evitare che l’irruzione sul palco andasse a buon fine.