NEW YORK – Recentemente, un gruppo di circa 57 deputati democratici del Texas ha deciso di lasciare il loro Stato, rifugiandosi in Illinois, Boston e Albany per un periodo di due settimane. Questa azione ha lo scopo di ostacolare un piano sostenuto da Trump, mirato a mantenere il predominio repubblicano nella Camera dei Rappresentanti, attraverso una ristrutturazione delle circoscrizioni elettorali. Tale iniziativa si inserisce in un contesto nazionale di tensione in preparazione delle elezioni di midterm, dove storicamente il partito vincitore delle presidenziali tende a perdere nei rami del Congresso. I repubblicani, attualmente con una maggioranza molto ristretta, temono di perdere la Camera nel novembre 2026. Per controbattere a questa eventualità, Trump ha esortato il governatore del Texas, Greg Abbott, a ripensare i confini dei collegi elettorali, affinché i repubblicani possano aggiudicarsi ulteriori cinque seggi, attualmente detenuti dai democratici in aree come Houston e Dallas. Riportano Attuale.
Le minacce del governatore Abbott
In risposta, Abbott ha indetto una sessione legislativa straordinaria per apportare tali modifiche. I deputati democratici, per evitare che la sessione raggiunga il numero legale necessario di due terzi, hanno abbandonato l’aula, boicottando il processo legislativo. Questa scelta comporta il rischio di sanzioni pecuniarie di 500 dollari al giorno, e la loro assenza potrebbe non essere ben vista dai sostenitori, in quanto impedisce di affrontare le urgenti questioni legate alle inondazioni recenti. Il governatore ha dichiarato che tenterà di rimuovere i deputati se non faranno ritorno entro le tre del pomeriggio di ieri, definendo le loro azioni come un “crimine” nel caso tentassero di raccogliere fondi per coprire le multe associate alla loro assenza.
Newsom: «Rispondere al fuoco con il fuoco»
Il panorama politico attuale rappresenta un conflitto nazionale senza precedenti, anticipando azioni simili in altri Stati “rossi”, come Ohio, Indiana e Missouri, dove i repubblicani stanno considerando di ristrutturare le loro circoscrizioni a favore del proprio partito, scatenando l’indignazione dei governatori di Stati “blu” come California, Illinois, New York e New Jersey. Questi ultimi stanno minacciando misure ritorsive anche se le loro possibilità di azione sono limitate. Gavin Newsom, governatore della California, ha recentemente affermato che non si tratta di un bluff, descrivendo la situazione come una “battaglia esistenziale” dopo aver incontrato alcuni dei deputati texani in fuga. JB Pritzker, governatore dell’Illinois, ha dichiarato che “tutto è sul tavolo”, a seconda delle scelte fatte in Texas. Tuttavia, per i leader degli Stati democratici, è complicato modificare le loro circoscrizioni in modo simile a quanto sta cercando di fare il Texas. In California, un’apposita commissione indipendente è responsabile della gestione delle mappe, in quanto gli elettori nel 2010 hanno deciso di adottare un sistema non favorevole a un partito specifico. In Illinois, la cartografia è da tempo oggetto di critiche per la sua tendenza a favorire il partito democratico, ma Newsom sta considerando un referendum che permetterebbe di apportare cambiamenti in vista delle importantissime elezioni di midterm del 2026. “Dobbiamo rispondere al fuoco con il fuoco”, ha ribadito il governatore californiano.