Aquasi due anni di distanza dalla prima stagione, venerdì 18 ottobre è uscita su Prime Video con tutti i suoi sei episodi The Devil’s Hour 2, seconda stagione della serie tv britannica che unisce thriller, crime e fantascienza tra omicidi da risolvere e loop temporali da comprendere.
Nello specifico, come annunciato, la seconda stagione funge da prequel o da reboot della prima, andando a completare la storia di Lucy, Isaac, Ravi e Gideon. Riassumiamo quindi brevemente e senza spoiler la trama di The Devil’s Hour 2, per poi proporre il nostro giudizio su questa nuova stagione.
Di cosa parla The Devil’s Hour 2
In questa linea temporale, di cui avevamo visto dei flash nella stagione passata (soprattutto nel finale), Silvya, la madre di Lucy, si è suicidata: è la linea temporale originaria, quella in cui Gideon non è intervenuto per salvarla come da richiesta che la Lucy del futuro gli ha fatto andando a trovarlo in carcere 25 anni dopo (anche questa una scena che c’era nella scorsa stagione).
E quindi sappiamo che la piccola orfana Lucy capirà (grazie al caro Nick Holness) di voler fare la poliziotta, e diventerà una detective partner di Ravi con cui indagherà su una serie di casi che la porteranno inevitabilmente ad arrestare Gideon. E, se ve lo foste dimenticati, vi ricordiamo che in questa dimensione Ravi e Lucy diventano una coppia anche nella vita.
Assistiamo dunque alla sua vita in questa dimensione, in cui non ha mai avuto Isaac e in cui quella che conosciamo essere come la sua casa è abitata dai Warren, che come sappiamo sarà colpita da un incendio come la casa di Lucy e Isaac. E, ovviamente, è in questa dimensione che finisce Isaac quando scompare dalla sua timeline originaria (vi ricordate quando tornava e manifestava emozione perché la mamma lo riconosceva di nuovo?). Ma non diciamo altro per non fare spoiler, lasciandovi se volete al trailer di The Devil’s Hour 2.
Il nostro parere su The Devil’s Hour 2
Se la prima stagione già era stata brillante, questa seconda è semplicemente geniale, ma c’era da aspettarselo da quando avevano confermato The Devil’s Hour per una seconda e anche per una terza stagione.
Con la sicurezza di avere il tempo necessario per raccontare la storia che avevano in mente, il creatore e sceneggiatore Tom Moran si è potuto permettere di giocare col pubblico come il gatto col topo, disseminando trappole in cui cadere è persino piacevole.
Andando avanti, indietro e soprattutto di lato rispetto alla linea temporale che ci è stata presentata, si viene costantemente sorpresi e colti alla sprovvista, per poi gradualmente imparare a riconoscere gli indizi lasciati sapientemente in bella mostra fin dal primo episodio.
E alla fine, paradossalmente per una serie così cupa, ci si ritrova quasi a sorridere quando finalmente si comprende il senso di una scena, di un dialogo, di un’inquadratura. Un sorriso di soddisfazione per questa serie che è un piccolo capolavoro nel suo genere.