Tony Blair consulente per la gestione del dopo Gaza, sorpresa negativa per molti
Tony Blair, l’ex primo ministro britannico che ha guidato il Regno Unito negli anni Novanta, è ora al centro di polemiche nel suo nuovo ruolo di consulente per gli Stati Uniti sulla gestione del dopo Gaza. Dopo aver lasciato Downing Street nel 2007 e aver servito come rappresentante del Quartetto per il Medio Oriente, Blair ha fondato il Tony Blair Institute for Global Change, un ente no-profit che si occupa di una vasta gamma di questioni globali. Secondo le dichiarazioni attribuite a Donald Trump, il suo piano potrebbe comportare un trasferimento della popolazione civile, riporta Attuale.
Blair, noto per il suo passato controverso legato alla guerra in Iraq, attualmente gestisce un’attività di consulenza che ha visto collaborare l’istituto con oltre 40 governi in nove anni. Il motto dell’istituto è “Trasformare idee coraggiose in realtà”. Nonostante i suoi introiti di circa 150 milioni di dollari, i costi operativi sono elevati, raggiungendo i 152 milioni di dollari, evidenziando una struttura finanziaria complessa.
Il suo coinvolgimento nella discussione sul futuro di Gaza ha sollevato preoccupazioni, poiché il TBI lavora su vari argomenti, dall’intelligenza artificiale ai cambiamenti climatici, ma è soprattutto la sua cooperazione con regimi controversi che ha attirato critiche. Blair ha dichiarato che ci sono governi con cui si rifiutano di collaborare, ma spesso accettano ingaggi per trovare soluzioni a problemi globali.
Le sue consulenze includono contatti con Mohammed bin Salman, successore di re Salman dell’Arabia Saudita, nonostante il suo presunto coinvolgimento nell’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, e collaborazioni con gli Emirati Arabi Uniti e l’Azerbaijan. Questi legami hanno sollevato interrogativi sulla moralità delle scelte di Blair, specialmente in un contesto di crescente tensione geopolitica.
All’interno dell’istituto, che annovera tra i suoi consiglieri figure come Sanna Marin, ex premier finlandese, e Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio italiano, non sono stati rilasciati commenti ufficiali sull’incontro alla Casa Bianca. Tuttavia, il mese scorso era emerso che alcuni membri dell’istituto erano coinvolti in un progetto per trasformare Gaza in una “Gaza Riviera”, con la costruzione di isole artificiali ispirate a Dubai e un porto. I rappresentanti del TBI hanno ribadito che il loro obiettivo è il miglioramento delle condizioni di vita per i gazawi e che né Blair né il suo ente hanno mai avallato l’idea di uno spostamento forzato della popolazione.