Toscana, negoziati del Pd: vertice decisivo al Nazareno, Giani conferma: nessun passo indietro

15.07.2025 03:35
Toscana, negoziati del Pd: vertice decisivo al Nazareno, Giani conferma: nessun passo indietro

Firenze, le sfide del Pd in vista delle regionali

Firenze, 15 luglio 2025 – Gli abbracci e i colloqui hanno richiesto quattro lunghe ore di dibattito intenso e “tanta acqua da bere” per affrontare il caldo. Ma, parafrasando un classico del passato del Pd, questa volta il finale è positivo: “Eugenio, stai sereno, tu sei il candidato in Toscana, ma l’ufficialità arriverà solo dopo la conclusione dell’accordo in Campania con il Movimento 5 Stelle per il nome di Roberto Fico”. Questo rappresenterebbe la fumata grigia del conclave tra Giani ed Elly Schlein, accompagnata dai fedeli Igor Taruffi, Marco Furfaro ed Emiliano Fossi. Dal Nazareno, il governatore al primo mandato è entrato con l’intento di emergere, ma con una certa cautela. Ormai, la situazione appare più come uno stop & go che un confinamento forzato per riorganizzarsi agli occhi dei potenziali alleati dell’ampio schieramento, compresi i 5 Stelle: coalizione, programma, nomi. “Nessun passo indietro”, assicura il governatore. È vitale dover ricucire e prevenire la reazione a catena dell’autocandidatura via Pec presentata ai dirigenti per “uscire dal pantano” a meno di tre mesi dalle regionali in Toscana, tra pressioni attraverso sondaggi, supporto di sindacati e amministratori, oltre a posizioni strategiche su reddito sociale, acqua pubblica e fine vita, nel tentativo di “scaldare i cuori” di Avs e 5 Stelle, notoriamente scettici, sul profilo di un Giani definito “buono per tutte le stagioni”., riporta Attuale.

Il patto del Nazareno in chiave toscana scaturisce da questa situazione: eliminato il rischio di un ribaltone o del “gianicidio”, si cerca di posizionare un esponente schleiniano al posto di un riformista che, almeno, condivida lo stesso consenso; qualsiasi mossa azzardata da parte di Giani non sarà più accettata. “Sono state quattro ore ricche di contenuti”, riferiscono alcune fonti a microfoni spenti, “una giornata senza precedenti nel lungo percorso politico di Giani”. Con Schlein che, inizialmente “rigida”, avrebbe in parallelo esaminato i dossier delicati della già complessa campagna elettorale, formulando nuove strategie a livello nazionale, utilizzando la roccaforte rossa come “laboratorio” in vista delle politiche del 2027. È chiara anche una missione primaria: firmare una non belligeranza tra il fronte del governatore e quello della segreteria regionale.

Così, a fine giornata, si cerca una “parità”, nonostante le visioni contrastanti tra gianiani e schleiniani. La convinzione iniziale di Giani che il Pd potesse delineare “il futuro del governo della Toscana” si è trasformata in una serata di responsabilizzazione “nell’affidarsi al partito”, dopo aver “chiarito proficuamente al gruppo dirigente nazionale e regionale ogni dettaglio che aveva generato fraintendimenti, facendo apparire divisioni inesistenti”. Purtroppo, per gli schleiniani della segreteria regionale, è rimasto ancora del veleno: “Elly ha rimesso a posto Giani”, commentano.

Quindi, il blitz tentato dai riformisti nei giorni scorsi è svanito. Critiche contenute dal segretario Fossi con una “smentita” che, però, non nasconde il nervosismo della sua corrente.

In vista della direzione regionale – in calendario tra il 18 e il 20 luglio –, era necessario ripristinare i rapporti di forza attraverso una reprimenda chiara, pur consapevoli che il 60% di voti di sfiducia non si riscontra. È probabile che, per questo motivo, già si discute di una modifica in extremis dello statuto riguardo le candidature. Per quanto riguarda le liste, Schlein ha già chiesto una netta discontinuità. Sembra che sul candidato governatore non ci siano più riserve, tranne che per le tempistiche che, avvertono gli schleiniani, si prevede possano definirsi verso “fine agosto”, all’ombra del Cupolone.

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