Barberino del Mugello – Una tragedia in acqua
Barberino del Mugello (Firenze), 16 giugno 2025 – Un tuffo in acqua che si è trasformato in un incubo. Dopo circa quattro, forse cinque lunghissimi secondi, i genitori di un bambino di 10 anni hanno iniziato a preoccuparsi e si sono diretti verso il punto del lago dove il figlio era scomparso, senza riemergere. Del piccolo Amin Hidda, nato in Italia da genitori marocchini e residente a Sesto Fiorentino, non si avevano più tracce, riporta Attuale.
A inghiottirlo sono state le acque del lago di Bilancino, un bacino artificiale inaugurato nel 1999 per fornire acqua a Firenze e prevenire eventi catastrofici come l’alluvione del ’66 che devastò la città. Sulle sue sponde, nel comune di Barberino di Mugello, a una cinquantina di chilometri da Firenze, si trovano diverse spiagge e stabilimenti balneari, un vero e proprio “mare dei fiorentini”.
Ogni estate, centinaia di famiglie e turisti si radunano qui per godere di un po’ di refrigerio e divertimento. Questa era l’intenzione della famiglia di Amin, che quel giorno trascorreva il pomeriggio sulle rive del lago insieme a cugini e zii. Il bambino è stato visto entrare in acqua poco prima delle 17.
Quando non è più riemerso, è scattato l’allerta. Sono iniziate le operazioni di ricerca, che hanno coinvolto carabinieri e vigili del fuoco. Anche il sindaco di Barberino, Sara Di Maio, è intervenuta sul posto, sperando in un esito positivo delle ricerche.
I soccorritori lo hanno cercato per oltre due ore, utilizzando un elicottero e imbarcazioni per ispezionare le acque, e anche a terra, rovistando tra i cespugli lungo le sponde.
Il corpo senza vita del bambino è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco a circa sette metri dalla riva, vicino al punto esatto in cui si era tuffato. I genitori, distrutti dal dolore, hanno assistito a quel tragico momento.
«Non è possibile, no, no». Le grida di disperazione hanno spezzato il silenzio che regnava intorno al lago mentre il corpo di Amin veniva riportato a galla, condividendo il lutto con le tante persone presenti.
La rabbia è emersa tra gli abitanti locali che vivono e lavorano vicino a quel lago: «Bisogna ripulire il lago. Ogni anno c’è una vittima. Dopo questa tragedia, il lago dovrebbe essere chiuso», hanno dichiarato. L’incidente è avvenuto in un tratto privo di nome, accessibile tramite un sentiero poco visibile. Non è un’area attrezzata per la balneazione, né ben segnalata, salvo un cartello parzialmente coperto che avverte sui rischi associati.
Il lago, purtroppo, ha già visto altre tragedie simili. Negli ultimi anni, dal 2011 in poi, il numero delle vite spezzate è salito a otto.
A testimoniare il pericolo, l’ultima tragedia avvenuta il 3 luglio 2019, quando un uomo di 63 anni, dopo un tuffo da un pedalò, è scomparso, e il suo corpo è stato ritrovato solo sette giorni dopo. Amin, ora, è la vittima più giovane di questo lago maledetto.