Tre ore, nessun progresso: l’Europa negozia con l’Iran

20.06.2025 22:36
Tre ore, nessun progresso: l’Europa negozia con l’Iran

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Tre ore di colloqui ma nessun progresso nel primo incontro tra i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito con l’Alto rappresentante Ue e il ministro degli Esteri dell’Iran a una settimana dall’inizio degli attacchi ai siti nucleari e militari di Teheran da parte di Israele, che vuole impedire alla Repubblica islamica di avvicinarsi alla possibilità di costruire un’arma nucleare, riporta Attuale.

L’obiettivo dell’incontro, tenutosi in un hotel a Ginevra, era convincere l’Iran ad accettare un controllo più rigoroso sul programma nucleare da parte dell’Aiea e sulle attività balistiche, per evitare un intervento militare da parte degli Stati Uniti.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato che i Paesi europei hanno elaborato un’«offerta negoziale globale» da presentare all’Iran, cercando di porre fine alle tensioni con Israele. Tuttavia, prima dell’avvio dei colloqui, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in un’intervista alla televisione di Stato iraniana, ha affermato che «nella situazione attuale, mentre proseguono gli attacchi del regime sionista», non sta cercando «negoziati con nessuno».

Ha continuato a dire di non avere «nulla da discutere con gli Stati Uniti, complici di questi crimini», mentre si è mostrato aperto a un dialogo con gli europei: «Se cercano il dialogo, non i negoziati, che al momento non hanno senso, non abbiamo alcun problema», precisando che le discussioni si concentrerebbero «esclusivamente sulla questione nucleare e sulle questioni regionali», escludendo qualsiasi colloquio sui missili.

Gli europei mirano a prevenire un’escalation nella regione. La capo della politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, ha confermato che durante l’incontro hanno «concordato di affrontare le questioni nucleari, ma anche di tematiche più ampie, mantenendo aperti i canali di comunicazione». Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha evidenziato che «il ministro iraniano ha dato la sua disponibilità a proseguire le discussioni sul programma nucleare e su tutti i temi. Ci aspettiamo che l’Iran si impegni nella discussione, anche con gli Stati Uniti per una soluzione diplomatica del conflitto».

Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha definito i colloqui «molto seri», ribadendo l’importanza di proteggere gli interessi di sicurezza di Israele. Il suo omologo britannico David Lammy, che ha incontrato a Washington il segretario di Stato Usa Rubio e l’inviato del presidente Trump in Medio Oriente, Witkoff, ha comunicato che gli europei hanno chiarito che l’Iran «non può possedere armi nucleari» e ha esortato il paese a continuare il dialogo con gli Stati Uniti.

Due giorni fa, Rubio ha parlato anche con il ministro Tajani e con i titolari degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito (il formato E3, attivo nei negoziati per l’accordo nucleare del 2015).

Fonti diplomatiche indicano che Rubio ha manifestato la volontà di Washington di intavolare colloqui diretti, pur preparando la possibilità di un intervento militare. La Cnn ha riportato che un funzionario americano ha affermato che il presidente Trump sostiene le iniziative diplomatiche europee.

Prima degli attacchi israeliani, Teheran e Washington stavano esplorando l’opportunità di un nuovo accordo diplomatico riguardo il programma iraniano. Attualmente, l’Iran non ha intenzione di fermare l’arricchimento nucleare, sostenendo che esso sia pacifico, sebbene rimanga l’unico Paese non dotato di armi nucleari ad arricchire uranio fino al 60%, un valore molto vicino al 90% necessario per la produzione di ordigni nucleari.

«Forse può essere inferiore, ma non lo fermeremo», ha dichiarato alla Cnn Majid Farahani, un funzionario della presidenza iraniana. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Irna, i colloqui a Ginevra sono stati «seri e caratterizzati da un approccio rispettoso», e sono stati sospesi «per consultazioni interne», rimarcando che «non segnano la fine del dialogo».

Da non perdere