Dieci anni dopo la famosa conferenza di Merkel sull’accoglienza dei migranti
Il 31 agosto 2025 segna il decimo anniversario della storica conferenza stampa della cancelliera tedesca Angela Merkel, dove affrontò il crescente numero di richiedenti asilo in Germania, in gran parte provenienti dal Medio Oriente. Questo evento si collocava in un contesto di fuga dalle guerre in Siria e Iraq, con molti migranti che tentavano di raggiungere l’Europa occidentale seguendo la rotta balcanica. Merkel dichiarò che la Germania si sarebbe impegnata a trovare una soluzione, sottolineando il rispetto della dignità umana e del diritto d’asilo, infine pronunciando la celebre frase «Wir schaffen das», riporta Attuale.
Negli attimi successivi a quella conferenza, Merkel non ufficializzò un’apertura totale dell’accoglienza, ma la sua frase divenne iconica e fu interpretata come una volontà di supporto ai richiedenti asilo. La Germania accolse nei mesi seguenti centinaia di migliaia di persone, avviando programmi significativi per la loro integrazione e sistemazione. Le parole di Merkel divennero rapidamente lo slogan della politica migratoria tedesca.
A partire dal 2014, la domanda d’asilo in Germania era già aumentata in seguito a conflitti in Medio Oriente, inclusi i drammatici eventi in Siria e l’emergere dello Stato Islamico. Questa situazione si rivelò critica per il governo, con tanti politici, anche all’interno della CDU, preoccupati che la Germania stesse assumendo oneri inadeguati. Le normative europee indicano generalmente che il paese del primo ingresso, come la Grecia in quel momento, dovrebbe gestire le richieste d’asilo.
Le difficoltà si acuirono il 25 agosto 2015, quando l’Ufficio federale tedesco per i rifugiati dichiarò di non riuscire a gestire l’enorme numero di richieste di asilo. I giorni successivi portarono alle dimostrazioni contro Merkel in visita a un centro di accoglienza a Heidenau, dove fu confrontata con attivisti di estrema destra. Fino a quel momento, la posizione della cancelliera era stata rigida, come dimostrato da un episodio in cui tentò di spiegare a una giovane rifugiata palestinese che la Germania non poteva accogliere tutti. Quell’incidente le valse accuse di mancanza di empatia.
La conferenza del 31 agosto significò dunque un cambio di rotta per Merkel. La sua espressione «Wir schaffen das» rimase volutamente ambigua, lasciando aperte molte interpretazioni su ciò che implicasse. In una conversazione con una collaboratrice, Merkel espresse un senso di determinazione che si rifletté nella sua conferenza, mostrando una volontà di affrontare la crisi umanitaria.
Il tema attirò poco interesse inizialmente da parte dei media, ma le settimane successive portarono a un cambiamento repentino, in parte a causa di tragici eventi, come il ritrovamento di 71 migranti morti in un camion in Austria e l’immagine straziante di Aylan Kurdi, un bambino siriano annegato, che fece il giro del mondo. Questi eventi ispirarono migliaia di migranti bloccati alla stazione di Budapest a intraprendere il viaggio verso l’Austria e la Germania. Merkel e il cancelliere austriaco all’epoca decisero quindi di aprire i confini.
Nel biennio successivo, la Germania accolse circa 1,2 milioni di richiedenti asilo, riconoscendo in gran parte il diritto d’asilo per coloro provenienti dalla Siria, la maggioranza degli arrivati. Durante questo periodo, Merkel reiterò più volte la sua celebre frase, utilizzandola per giustificare le politiche del governo, anche se la reazione pubblica iniziò a cambiare. Molti tedeschi cominciarono a sentirsi a disagio riguardo l’accoglienza, preoccupati che gli oneri economici sarebbero ricaduti sui cittadini.
Il backlash culminò nel 2016, con eventi come le aggressioni di Colonia, che scossero l’opinione pubblica. Di conseguenza, l’accoglimento dei richiedenti asilo divenne un tema polarizzante in Germania, con un incremento della popolarità di partiti di destra come Alternative für Deutschland (AfD), che capitalizzarono sulle preoccupazioni riguardanti l’immigrazione. Nel 2017, l’AfD entrò per la prima volta nel parlamento tedesco, segnando la nuova direzione politica del paese.
Poco dopo, Merkel adottò toni più cauti e iniziò a distanziarsi dallo slogan «Wir schaffen das», definendolo «sopravvalutato» e «una formula vuota». Da fissare ad accogliere, il governo tedesco iniziò a implementare misure per controllare l’immigrazione, contribuendo a un accordo con la Turchia per fermare i flussi migratori verso l’Europa. Queste manovre, che cambiarono il volto della politica migriatica in Europa, hanno avuto conseguenze durature. Oggi, il panorama migratorio non è più quello di dieci anni fa, ma i dibattiti sull’immigrazione e sulla identità europea restano vivaci e controversi.