Trovata una soluzione pacifica per la questione nucleare iraniana

24.06.2025 19:25
Trovata una soluzione pacifica per la questione nucleare iraniana

La Situazione Nucleare Iraniana e la Guerra con Israele

Il conflitto tra Iran e Israele, così come l’innalzamento delle violenze nel Medio Oriente, è fortemente connesso alla situazione dell’accordo sul nucleare iraniano. Questo accordo, che era stato siglato nel 2015 grazie a un intenso lavoro diplomatico, è stato poi effettivamente annullato durante il mandato di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, creando un clima di tensione e incertezza nella regione, riporta Attuale.

Oggi si discute ampiamente del 2015 come di un punto di svolta: se gli Stati Uniti non avessero annullato l’accordo, forse non si sarebbe verificata l’attuale escalation dei bombardamenti, con centinaia di vittime e la minaccia di un coinvolgimento di ulteriori paesi nel conflitto. Anche se non vi sono prove certe a sostegno di questa tesi, l’uscita dall’accordo ha creata condizioni che molti critici temevano.

Origini dell’Accordo
Con l’elezione di Hassan Rouhani nel 2013, un presidente iraniano più moderato, si aprì una finestra di opportunità per negoziare. L’amministrazione Obama promosse colloqui in cambio di una riduzione delle sanzioni economiche che l’Iran subiva, in cambio di un monitoraggio del programma nucleare.

Fino ad allora, l’Iran ha sempre sostenuto che il suo programma nucleare fosse destinato solamente a scopi civili. Tuttavia, i timori della comunità internazionale riguardavano la possibilità che un regime oppressivo e supportato da gruppi armati come Hezbollah e Hamas potesse cercare di sviluppare armi nucleari.

I negoziati furono avviati nel 2013 e durarono quasi due anni, coinvolgendo l’Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania. L’accordo finale venne raggiunto nel marzo 2015 a Losanna, con la firma ufficiale il 2 aprile, denominato Piano d’Azione Congiunto Globale (JCPOA).

Le Disposizioni dell’Accordo
L’intesa prevedeva che l’Iran limitasse il suo programma nucleare a scopi civili, consentendo ispezioni internazionali regolari. Inoltre, l’Iran si impegnava a non arricchire uranio oltre il 3,67% per un periodo di almeno 15 anni. In cambio, l’Occidente avrebbe progressivamente rimosso le sanzioni.

Critiche e Rischi
I detrattori dell’accordo, specialmente negli Stati Uniti, avvertivano che l’Iran avrebbe usato la sospensione delle sanzioni per migliorare segretamente le proprie capacità nucleari e stabilizzare il suo dominio regionale, sostenendo milizie come Hamas e Hezbollah. Marco Rubio criticò aspramente l’accordo, sostenendo che l’Iran sarebbe riuscito a sviluppare armi nucleari e che la sua espansione economica avrebbe rafforzato gruppi estremisti.

Inizialmente, l’Iran rispettò i termini dell’accordo, sebbene vi siano state alcune violazioni minori. Tuttavia, con l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo nel 2018, le dinamiche cambiarono radicalmente.

La Decisione di Trump
Fin dall’inizio della sua corsa presidenziale nel 2015, Trump criticò l’accordo, promettendo di ritirare gli Stati Uniti. Le sue motivazioni includevano l’impopolarità dell’accordo tra l’elettorato statunitense e l’aspirazione a consolidare il supporto nella sua base radicale, fortemente legata a Israele. 

Alla vittoria elettorale nel 2016, Trump formalizzò il ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA, un atto che portò a un rapido deterioramento delle relazioni internazionali e a un aumento della tensione nella regione.

Le Conseguenze della Rottura
Nonostante le dichiarazioni dei paesi europei di mantenere in vita l’accordo, senza il supporto americano, il programma nucleare dell’Iran ha ripreso slancio. Con l’elezione di Ebrahim Raisi, un estremista, l’Iran ha intensificato il suo programma nucleare e ha bloccato le ispezioni internazionali, continuando a sostenere gruppi radicali.

La paura espressa dai critici dell’accordo si è concretizzata con l’accelerazione delle capacità di arricchimento dell’uranio. Alla fine del 2023, la situazione economica interna dell’Iran era peggiorata a causa del ripristino delle sanzioni. Gli attacchi militari israeliani e il crescente isolamento internazionale hanno ulteriormente aggravato la nostra disapprovazione, mettendo il paese in una posizione vulnerabile.

Recentemente, ci sono stati tentativi di riaprire i negoziati, ma le tensioni continuano a crescere, specialmente con l’escalation dei bombardamenti israeliani contro l’Iran.

Il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare ha spinto l’Iran più vicino alla realizzazione di armi nucleari, favorendo tensioni nel Medio Oriente e coinvolgendo nuovamente gli Stati Uniti in un conflitto in espansione.

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