Trump ritira il supporto a Marjorie Taylor Greene, accusata di essersi spostata troppo a sinistra
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK – La crisi nei rapporti tra Donald Trump e la deputata repubblicana della Georgia Marjorie Taylor Greene, uno dei suoi più longevi alleati, si è consumata venerdì con un post su Truth Social in cui il presidente ritira il suo supporto. La rottura, che era nell’aria da mesi, segna un’importante svolta nel panorama politico repubblicano, riporta Attuale.
Trump accusa Greene di essersi «spostata troppo a sinistra» e ha deciso di appoggiare un altro candidato per le prossime primarie repubblicane nella Georgia, dove Greene è in carica da tre mandati. Il presidente la definisce «traditrice» e coniuga il suo nome a «Marjorie Taylor Brown», sottolineando che «l’erba verde (green) diventa marrone quando inizia a marcire». La sua critica si intensifica evidenziando che la rottura è iniziata quando le ha inviato un sondaggio che rivelava la sua scarsa possibilità di vittoria per il Senato, che la vedeva al 12% di consenso.
Greene ha replicato su X sostenendo che Trump «mente su di me» e afferma di aver ricevuto «una valanga di minacce» a causa delle parole del presidente. La deputata, che è una delle quattro repubblicani a firmare una petizione che porterà la Camera a votare sulla pubblicazione dei documenti legati al caso Epstein, critica anche Trump per la sua gestione dell’argomento, osservando che solo il 40% degli elettori repubblicani approva il suo operato.
In un clima di crescente tensione, Greene ha sottolineato che le preoccupazioni degli americani sui costi della vita dovrebbero essere prioritarie per Trump, esprimendo che «la maggior parte degli americani vorrebbe che lottasse così tanto per aiutare gli uomini e le donne dimenticati d’America» anziché concentrarsi su questioni marginali. Ha anche inviato a Trump un messaggio suggerendo di avviare un’inchiesta sui Clinton e il caso Epstein, affermando di averne investito tempo e risorse, anche quando molti repubblicani gli volevano voltare le spalle.
Negli ultimi mesi, la situazione di Greene è divenuta sempre più complessa. Sempre più spesso, ha preso posizioni contrarie a quelle del partito e ha criticato l’inazione dei repubblicani, affermando che ci sono «pressioni» intorno al caso Epstein e mettendo in discussione la strategia di Trump, definendola «America Last» al posto di «America First». Questo conflitto interno al partito segna un cambiamento significativo e una crescente divisione nelle fila repubblicane, riflettendo le tensioni tra i sostenitori del GOP più tradizionali e le nuove generazioni di elettori.