Uccisa alla festa per bambini: “Ho sparato per il volume della musica”

13.07.2025 06:15
Uccisa alla festa per bambini: "Ho sparato per il volume della musica"

Marotta: una festa di bambini si trasforma in tragedia

MAROTTA (Pesaro) “La musica era troppo alta”. Così ha iniziato la sua confessione Sandrino Spingardi, 71 anni, idraulico in pensione, di fronte ai carabinieri. “Non intendevo causare alcun danno – ha continuato – ho sparato solo per spaventare”. Eppure, il risultato è stato tragico. Griselda Cassia Nunez, 44 anni, sua cognata, è crollata a terra, colpita alla testa venerdì sera nella sua abitazione a Marotta, in provincia di Pesaro. È deceduta sul colpo. La figlia di Griselda, Kenia Cassia Vaca, 28 anni, che era presente a una festa con piccoli di 5 anni, è stata colpita al volto ma, sorprendentemente, è riuscita a salvarsi.

Il proiettile le ha attraversato una narice, uscendo dietro l’orecchio, evitando miracolosamente arterie, nervi e cervello. Il defunto marito di Griselda, fratello dell’aggressore, aveva coabitato con lui prima della loro separazione. Non esisteva alcun precedente di litigi o denunce, nemmeno dopo la morte del fratello, avvenuta alcuni anni fa. Era solo una coabitazione finita male, aggravata dal disturbo del karaoke. Dopo aver udito “tre colpi”, come confermato da una vicina, Spingardi si è rinchiuso nella sua baracca, minacciando di suicidarsi. Nel frattempo, i carabinieri sono arrivati poiché Kenia, ferita, ha trovato rifugio a casa sua e ha contattato i vicini, i quali hanno avvisato le forze dell’ordine.

Per persuaderlo a calmarsi, è stata necessaria una lunga negoziazione condotta dal capitano Giuseppe Esposito e dal luogotenente Marco Celentano. Alla fine, è stato utilizzato un taser. Nel rifugio di Spingardi, i carabinieri hanno rinvenuto altri cinque fucili regolarmente detenuti. “A lui piacciono le armi”, ha riferito qualcuno. Ma tra interesse e orrore, c’era un cortile di mezzo e una festa di bambini.

Nel frattempo, le mamme e i bambini fuggivano, inclusa la piccola figlia di Kenia, portata in salvo da un’altra mamma. Hanno trovato rifugio a circa cento metri da via Sterpettine 31, presso l’abitazione di Doriana Cenci, nonna di uno dei bambini. È stata lei a mettere a disposizione il suo salotto per accogliere madri tremanti e piccoli spaventati. “Dopo gli spari ho sentito urla, pianti e ho visto i cinque bambini e le donne in fuga. Ho invitato tutti a venire da me. La figlia di Kenia mi ha guardato e ha detto: ‘Hanno sparato a mia mamma, era tutto sangue’. Aveva gli occhi sgranati”, ha ricordato la signora Cenci.

I bambini sono stati successivamente accompagnati all’ospedale di Fano per essere seguiti dalla neuropsichiatria infantile e sono stati dimessi ieri. Intorno alla piccola, che rimane in ospedale, si è creata una rete di sostegno emotivo da parte dei genitori dell’asilo, spontanea ma forte. La signora Cenci, nel frattempo, ha preparato un piatto di pasta mentre fuori risuonavano le sirene. “Mi ha colpito il silenzio di mio nipote. Di solito è molto loquace, quella sera ha solo detto: ‘Nonna, non ho fame’”. E ieri, a tavola, tutto era rimasto come congelato nel tempo. Piatti di carta, caramelle gommose, una tovaglia colorata e un piccolo “diploma” dell’asilo accanto. In contrasto, il disordine proveniente dal terrore: una maschera d’ossigeno, guanti di lattice e schizzi di sangue sulla porta a vetri, sulla soglia e persino sulla Fiat Punto bianca di Griselda. Un’immagine che racconta da sola l’assurdità di quanto accaduto.

Attualmente, Spingardi è detenuto nel carcere di Pesaro, accusato di omicidio e tentato omicidio aggravato, e attende l’udienza di convalida. È assistito dall’avvocato Aldo Rocco Nocito. La Procura sta portando avanti le indagini. Sul posto, nella notte di venerdì, erano presenti anche il generale Nicola Conforti, comandante della Legione Carabinieri Marche, il colonnello Alessandro Corda, comandante provinciale, il maggiore Giuseppe Beltempo, comandante del Nucleo investigativo e il sostituto procuratore Marino Cerioni.

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