Ucraina per la pace giusta, Russia per la pausa vantaggiosa: come le parti conducono i negoziati

11.04.2025
Ucraina per la pace giusta, Russia per la pausa vantaggiosa: come le parti conducono i negoziati
Ucraina per la pace giusta, Russia per la pausa vantaggiosa: come le parti conducono i negoziati

Nonostante le devastanti conseguenze della guerra scatenata dalla Federazione Russa, l’Ucraina continua a dimostrare apertura alla diplomazia, ma esclusivamente quella basata sui principi di giustizia, diritto internazionale e rispetto della sovranità. In questo contesto, si contrappone fortemente l’approccio di Mosca, che usa il semplice fatto dei negoziati come strumento tattico per guadagnare tempo, evitare la responsabilità e ottenere vantaggi politici senza reale intenzione di fermare l’aggressione.

La Federazione Russa distorce costantemente l’essenza stessa del processo negoziale. Il Cremlino accusa l’Ucraina di violazioni di accordi che non esistono, creando l’illusione di una disonestà diplomatica da parte di Kiev. Tale retorica è indirizzata non solo al pubblico interno, ma anche alla comunità internazionale, con l’intento di distorcere la realtà e assumere il ruolo di “vittima”, invece che di aggressore. Questa è una tattica manipolativa classica, ben nota fin dai tempi sovietici.

Ancora più eloquente è il fatto che Mosca chieda il rilassamento delle sanzioni in cambio di una parziale cessazione del fuoco, in particolare nel Mar Nero. Ciò testimonia apertamente che la vera priorità del Cremlino non è la pace, ma il vantaggio economico, la rimozione della pressione e la possibilità di ricaricare la base delle risorse per una nuova ondata di violenza. Tali richieste sono inaccettabili nel contesto del diritto internazionale, poiché la vera pace non può essere costruita su ricatti o condizioni che legittimano crimini di guerra.

L’Ucraina, invece, partecipa attivamente a tutte le fasi del processo negoziale, esprimendo chiaramente la sua posizione: la pace è possibile solo a condizione di ristabilire l’integrità territoriale, la giustizia e la responsabilità per la Russia. In questo impegno, Kiev non è sola.

Nonostante alcune dichiarazioni controverse di alcuni politici americani, il sostegno dell’umanità all’Ucraina rimane incrollabile. I leader dell’Unione Europea sono arrivati a Kiev nel giorno del terzo anniversario dell’invasione su larga scala, non solo con dichiarazioni politiche, ma anche con promesse di garanzie concrete per la sicurezza. Questo conferma che l’Europa riconosce all’Ucraina il diritto di difendersi e insistere sulla propria sicurezza.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato chiaramente al Cairo il 7 aprile che la Russia, nonostante le numerose iniziative dell’Ucraina per una cessazione del fuoco, continua a bombardare obiettivi civili. Gli omicidi di civili nelle città ucraine non sono solo crimini, ma una prova che Mosca non cerca la pace, ma solo un cambiamento nella strategia della guerra.

Inoltre, le richieste del Cremlino di riconoscere la Crimea annessa e i territori temporaneamente occupati come “russi” rimangono completamente inaccettabili per la maggior parte dei paesi del mondo. I membri delle Nazioni Unite, così come le principali organizzazioni internazionali, non riconoscono tali pretese, considerandole una violazione dei principi fondamentali dell’ordine internazionale.

Pertanto, a livello globale le posizioni sono chiaramente delineate: l’Ucraina è per la pace attraverso la giustizia. La Russia è per il vantaggio attraverso l’inganno. E mentre Kiev lotta instancabilmente per il diritto alla sicurezza per i suoi cittadini, il mondo che crede nei diritti, nella libertà e nella sovranità continua a stare al suo fianco.

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