Riflessioni sull’andamento della guerra in Ucraina e il ruolo di Mosca
DALLA NOSTRA INVIATA
MYKOLAIV – Mentre il titolo dell’editoriale del Financial Times — «Perché l’Ucraina sta vincendo la guerra» — scritto dallo storico e filosofo israeliano Yuval Noah Harari sembra eccessivamente ottimista, il contesto attuale è ben diverso, soprattutto nel giorno in cui il Cremlino ha ripreso a bombardare le principali città ucraine con grande intensità. Anche le dichiarazioni di Trump durante l’Assemblea generale dell’Onu, riguardanti una possibile riconquista da parte delle forze di Kiev dei territori occupati dai russi, non sembrano trovare consenso tra gli esperti militari, riporta Attuale.
Il generale Valery Zaluzhny, attualmente ambasciatore a Londra, ha evidenziato quanto sia costata l’operazione nel Kursk, definendola un errore che ha portato a un numero eccessivo di vittime ucraine. «Non conosco il prezzo di tali azioni, ma è ovvio che è stato troppo alto», ha dichiarato l’ex capo di stato maggiore ucraino in un articolo reso pubblico. Durante l’estate, Kiev ha subito perdite significative sul fronte Est, costretta a retrocedere per preservare le sue forze.
Tuttavia, se si esamina la situazione con attenzione, risulta chiaro che nemmeno Mosca può rivendicare una vittoria. Come osservato dal generale australiano in pensione Mick Ryan, più di tre anni dopo l’invasione dell’Iraq, gli Stati Uniti avevano conquistato solo il 20% del paese, subendo un milione di morti e feriti. Questo non è mai stato considerato un trionfo.
Al momento, non è ancora arrivato il via libera da Trump per fornire missili Tomahawk a Kiev, e la situazione potrebbe rimanere incerta date le continue oscillazioni politiche della Casa Bianca. Questi missili, più potenti degli Atacms e con una gittata maggiore, rappresenterebbero un’arma rivoluzionaria, la cui cessione a Kiev non comprometterebbe il principio dell’«America First» in termini di riserve militari, come visto in precedenza con i Patriot.
Questa potenziale fornitura rappresenterebbe un passo avanti significativo rispetto alla posizione dell’amministrazione Biden, che ha mostrato una certa reticenza a causa delle reazioni russe. Gli esperti avvertono, tuttavia, che questi missili potrebbero non cambiare il corso della guerra in modo definitivo, simile all’impatto avuto da Himars e Atacms, ma aumenterebbero sicuramente la pressione sul Cremlino per forzare Putin a impegnarsi in negoziati. Lo stesso Zelensky ha commentato che l’acquisto di tali armamenti sarebbe comunque un messaggio forte per Mosca.
La campagna ucraina «DeepStrike», finora incentrata sull’uso di droni, ha già colpito direttamente le attività militari e le linee di rifornimento russe. In meno di due mesi, le forze ucraine avrebbero attaccato 85 obiettivi di alto valore sul suolo russo, tra cui basi militari, magazzini, aeroporti e impianti produttivi di armi. Qualora fosse potenziata con missili a lungo raggio, «DeepStrike» potrebbe arrecare ulteriori problemi al Cremlino.
Infine, come sottolineato dal generale Oleksander Syrsky, gli obiettivi di Mosca durante la scorsa primavera e estate, come la creazione di zone cuscinetto nelle regioni di Kharkiv e Sumy, non sono stati raggiunti. Sebbene Kiev possa trovarsi in difficoltà sul campo, anche Mosca non ha realizzato le sue ambizioni e non sembra immediatamente in grado di farlo, dimostrando che l’Ucraina non sta perdendo la guerra.