Un attacco alla libertà di stampa? I grandi editori europei si schierano contro la legge ungherese sui finanziamenti esteri

21.05.2025 11:00
Un attacco alla libertà di stampa? I grandi editori europei si schierano contro la legge ungherese sui finanziamenti esteri
Un attacco alla libertà di stampa? I grandi editori europei si schierano contro la legge ungherese sui finanziamenti esteri
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Più di 80 direttori di testate europee firmano una petizione per fermare la proposta di legge che potrebbe mettere a rischio la democrazia in Ungheria e in tutta l’Unione Europea.

Una legge che fa discutere

In Ungheria è polemica sulla nuova proposta di legge voluta dal partito nazionalista Fidesz del premier Viktor Orbán. Il testo, presentato nei giorni scorsi, mira a identificare e limitare le organizzazioni finanziate dall’estero, tra cui media indipendenti e ONG, che secondo il governo potrebbero costituire una minaccia alla “cultura ungherese”.

Se approvata, la normativa consentirebbe al governo di redigere una lista ufficiale di questi enti e, nei casi più estremi, di chiuderli, qualora vengano ritenuti “ostili agli interessi nazionali”. Un’iniziativa che ha immediatamente sollevato proteste e manifestazioni di piazza, oltre a un’ondata di critiche sia in patria sia oltre confine.

Il fronte europeo si mobilita

In risposta a questa svolta giudicata autocratica84 capiredattori di alcune delle più importanti testate giornalistiche europee hanno firmato una petizione congiunta chiedendo il ritiro immediato del disegno di legge. Tra i firmatari compaiono rappresentanti di:

  • The Guardian (Regno Unito)
  • Libération (Francia)
  • Gazeta Wyborcza (Polonia)
  • ORF (Austria)
  • SME (Slovacchia)
  • Hospodárske Noviny (Repubblica Ceca)

“Questo disegno di legge – scrivono – riprende le stesse logiche repressive adottate dalla Russia di Vladimir Putin”, riferendosi al famigerato provvedimento del 2012 che classificava le ONG con fondi esteri come “agenti stranieri”.

Un rischio per l’intera Unione Europea

La petizione, diffusa martedì, sottolinea come la sopravvivenza di una stampa libera non sia solo un problema interno ungherese, ma una questione europea. «In un’epoca in cui i metodi di Orbán stanno diventando un modello per altri leader populisti – si legge – è fondamentale reagire ora, prima che sia troppo tardi».

I firmatari invitano le istituzioni dell’Unione Europea e i governi nazionali a intervenire, ricordando che la legge contrasta apertamente con i Trattati europei e con la Carta dei diritti fondamentali dell’UE.

Cosa accadrà adesso

Il parlamento ungherese ha previsto la discussione del disegno di legge per questa settimana, mentre il voto finale è atteso a metà giugno. Considerando che Fidesz detiene la maggioranza assoluta, l’approvazione sembra quasi certa.

Nel frattempo, il premier Orbán ha dichiarato guerra aperta ai media indipendenti, accusandoli di ricevere fondi esteri per influenzare le elezioni del 2026, già considerate da molti osservatori come le più incerte da anni.

Un ulteriore giro di vite che secondo i critici rischia di minare alle fondamenta la già fragile democrazia ungherese, con ripercussioni ben oltre i confini nazionali.

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