Ungheria, Paks II e Viktor Orbán: come la corruzione nel settore nucleare minaccia l’unità dell’Europa

09.03.2025
Ungheria, Paks II e Viktor Orbán: come la corruzione nel settore nucleare minaccia l'unità dell'Europa
Ungheria, Paks II e Viktor Orbán: come la corruzione nel settore nucleare minaccia l'unità dell'Europa

L’Ungheria si trova nuovamente al centro delle polemiche nell’Unione Europea a causa della sua politica energetica. Il ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha dichiarato che Budapest non sosterrà le sanzioni dell’UE contro la Russia nel settore dell’energia nucleare, in quanto potrebbero mettere a rischio la sicurezza energetica del Paese.

L’oggetto principale del dibattito è la costruzione dei nuovi reattori della centrale nucleare Paks II, realizzati con la partecipazione della compagnia statale russa “Rosatom”. Nel primo trimestre del 2025 è prevista la colata del “primo cemento” nelle fondamenta del reparto reattori. Tuttavia, questo progetto suscita forti critiche sia all’interno dell’Ungheria che da parte dei suoi partner europei.

Perché Paks II minaccia l’unità dell’UE?

1. Maggiore dipendenza energetica dalla Russia

Nonostante le dichiarazioni del governo di Viktor Orbán sulla necessità di raggiungere l’indipendenza energetica, la costruzione dei reattori VVER-1200 non fa altro che rafforzare la posizione di Mosca nella regione. L’Unione Europea cerca di ridurre la dipendenza dalle risorse energetiche russe, ma l’Ungheria sta andando nella direzione opposta.

2. L’influenza di Mosca sull’Europa centrale e orientale

Il progetto Paks II rappresenta un ulteriore strumento del Cremlino per espandere la propria influenza nei Paesi europei. Ciò contraddice direttamente gli interessi strategici dell’UE volti a limitare il peso della Russia.

3. Rischi di corruzione e mancanza di trasparenza

Il progetto è accompagnato da numerose accuse di corruzione. “Rosatom” ha ottenuto l’incarico per la realizzazione di Paks II senza una gara d’appalto, e parte della documentazione relativa all’accordo è stata secretata per 30 anni. Budapest ha inoltre ostacolato le indagini della Commissione Europea sulle irregolarità nella procedura di firma del contratto.

Contesto politico: Orbán, Pintér e l’influenza russa

Diverse inchieste giornalistiche indicano che il ministro dell’Interno ungherese Sándor Pintér ha promosso per decenni gli interessi della Russia nel settore energetico ungherese. Grazie a lui, uomini d’affari russi hanno ottenuto un’influenza chiave sulle principali aziende energetiche del Paese.

Secondo il portale investigativo Direkt36.hu, già nel 1994 Pintér ricevette finanziamenti dalla Russia per la campagna elettorale del partito “Fidesz”. Dopo la vittoria di Viktor Orbán alle elezioni del 1998, il suo governo ha rafforzato i legami con Mosca in settori strategicamente importanti.

Controllo dei media e conflitto con l’UE

La politica di Orbán ha portato a un conflitto con l’Unione Europea su questioni legate allo stato di diritto e all’indipendenza del sistema giudiziario. Il governo ungherese ha anche limitato la libertà di stampa, assumendo il controllo dei principali media e sviluppando iniziative legislative ispirate alla legge russa sugli “agenti stranieri”.

Le ultime inchieste rivelano che i servizi segreti ungheresi hanno sorvegliato funzionari europei e che un hotel di Budapest, collegato al genero di Orbán István Tiborcz, potrebbe essere stato utilizzato per intercettare i leader europei durante il vertice del 2024.

Conseguenze per l’Europa

Il progetto Paks II non solo solleva preoccupazioni per la corruzione, ma evidenzia anche il crescente rischio dell’influenza russa all’interno dell’UE. Se l’Unione non adotterà misure efficaci per combattere la corruzione e difendere i valori democratici, le divisioni tra gli Stati membri potrebbero aggravarsi, a tutto vantaggio del Cremlino.

Fonte: far-bg.com/energijniyat-gordiev-vazel-na-evropa-kak-ungarskiyat-proekt-paksh-ii-razczepva-es

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