L’Ungheria intende creare un blocco politico con Repubblica Ceca e Slovacchia per coordinare posizioni critiche verso l’Ucraina all’interno dell’UE, secondo un’intervista del consigliere politico del primo ministro Viktor Orbán, Balázs Orbán, pubblicata da Politico. L’obiettivo sarebbe quello di consultarsi prima dei vertici europei e presentare una linea comune. Una simile configurazione potrebbe ostacolare prossime decisioni su aiuti militari e finanziari a Kiev. Il progetto arriva mentre la cooperazione tra Budapest e le istituzioni europee è già segnata da forti tensioni politiche.
Una “nuova” Visegrad senza la Polonia
Il format ipotizzato esclude la Polonia, il cui governo guidato da Donald Tusk sostiene con decisione l’assistenza a Kiev. Al contrario, il leader slovacco Robert Fico e l’ex premier ceco Andrej Babiš adottano un approccio più aperto al dialogo con Mosca e più prudente sulle sanzioni. Secondo Balázs Orbán, Budapest sta cercando alleati dentro e fuori il Consiglio europeo per aumentare il proprio peso negoziale. La cooperazione tra i tre paesi, se formalizzata, potrebbe rafforzare un fronte scettico sull’ampliamento dell’UE e sull’impegno verso l’Ucraina.
Pressioni interne e retorica anti-Bruxelles
Il confronto tra Bruxelles e Budapest si intensifica per questioni legate allo stato di diritto, con fondi europei congelati in attesa di riforme giudiziarie e garanzie sulla libertà dei media. In vista delle elezioni parlamentari del 2026, Viktor Orbán tenta di consolidare il sostegno interno facendo leva su temi anti-UE e sulla difesa della sovranità nazionale. La crescita del partito di opposizione “Tisa”, guidato da Péter Magyar, rappresenta una sfida alla storica predominanza di Fidesz, spingendo il governo a un uso crescente della questione ucraina nel dibattito interno.
Volatilità politica a Praga e Bratislava
A Bratislava, la linea del governo dipenderà dal contesto politico nazionale e dai compromessi in sede UE, nonostante dichiarazioni ambigue sulla guerra. In Repubblica Ceca, la vittoria elettorale del partito di Babiš ha suscitato timori sulla continuità del sostegno militare a Kiev, anche se la politica europea di Praga potrebbe rivelarsi più flessibile di quella ungherese una volta formato il nuovo governo. L’esito resta incerto, ma un’eventuale convergenza tra i tre paesi modificherebbe profondamente gli equilibri nell’UE.
Rischio per l’unità europea e vantaggio per Mosca
Per l’Ucraina, la possibile nascita di una “Visegrad a tre” rappresenta un rischio rilevante, potendo rallentare o bloccare decisioni cruciali nel Consiglio europeo, dove serve unanimità. Un tale sviluppo offrirebbe inoltre alla Russia un’opportunità di amplificare narrazioni sulla presunta “stanchezza europea” verso Kiev. Questo potrebbe alimentare campagne di influenza e rafforzare attori politici favorevoli al riavvicinamento con Mosca all’interno di diversi Stati membri.