Ungheria si oppone al finanziamento degli armamenti statunitensi per l’Ucraina

15.07.2025 10:15
Ungheria si oppone al finanziamento degli armamenti statunitensi per l’Ucraina
Ungheria si oppone al finanziamento degli armamenti statunitensi per l’Ucraina

Budapest si smarca dalla linea UE: «Niente armi, né soldi, né soldati per Kyiv»

Il 14 luglio 2025 il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha annunciato che l’Ungheria non parteciperà a un eventuale programma dell’Unione Europea per finanziare la fornitura di armi statunitensi all’Ucraina, qualora tale proposta venisse ufficialmente avanzata da Washington. «Nessun soldato, nessuna arma e nessun denaro ungherese sarà inviato in Ucraina. Nulla sarà destinato a quel conflitto», ha dichiarato con fermezza durante una conferenza stampa a Budapest.

Un’eccezione europea tra nuovi slanci pro-Kyiv

La posizione del governo ungherese contrasta apertamente con la linea seguita da altri Stati membri dell’UE. Il 10 luglio il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha confermato che la Germania è pronta ad acquistare nuovi sistemi di difesa aerea Patriot dagli Stati Uniti e a trasferirli all’Ucraina. Anche il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha sottolineato che, dopo l’invio di tre sistemi Patriot a Kyiv e due alla Polonia, alla Bundeswehr ne resteranno solo sei operativi.

Malgrado ciò, Szijjártó ha ribadito che la linea armata europea non entra in conflitto con i presunti sforzi diplomatici dell’ex presidente USA Donald Trump. Il capo della diplomazia ungherese ha affermato che «nessuno ha fatto quanto Trump per la pace in Ucraina» e che le sue iniziative avrebbero potuto avere maggiore successo «se non fossero state ostacolate da leader ucraini ed europei».

Budapest sostiene il dialogo Washington-Mosca

Szijjártó ha anche salutato positivamente i colloqui tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio, tenutisi il 10 luglio a Kuala Lumpur. Ha definito l’incontro un «segnale incoraggiante», lodando ogni passo verso il dialogo come alternativa alla prosecuzione del conflitto.

Una frattura nella coesione europea

La presa di posizione ungherese mina la coesione dell’Unione Europea nel sostegno a Kyiv, indebolendo lo sforzo collettivo e offrendo spazi di manovra a Mosca. La retorica di Budapest si inserisce nella consueta narrazione russa secondo cui la guerra dovrebbe essere fermata con la diplomazia e non con nuove forniture militari. Le dichiarazioni di Szijjártó rafforzano un messaggio favorevole al Cremlino e rischiano di compromettere l’unità strategica europea in uno dei momenti più critici per la sicurezza del continente.

Da non perdere