Uno “scudo” penale per le forze dell’ordine: in cosa consiste l’idea del governo

14.01.2025
Uno "scudo" penale per le forze dell'ordine: in cosa consiste l'idea del governo
Uno "scudo" penale per le forze dell'ordine: in cosa consiste l'idea del governo

Dopo i disordini alle manifestazioni di piazza per il caso Ramy, l’esecutivo pensa a una norma ad hoc per gli agenti che intervengono. L’ipotesi è quella di modificare il ddl Sicurezza

Proteggere le forze di polizia nell’esercizio delle loro funzioni creando per loro una sorta di “scudo” penale. Non un “tutto è concesso” – che sarebbe incostituzionale – ma un modo per evitare l’iscrizione nel registro degli indagati in caso di atto dovuto. È questa la ratio della norma alla quale lavora il governo Meloni, che pare vorrebbe inserirla nel disegno di legge Sicurezza in discussione al Senato. Di cosa si tratta e quanto è fattibile.

Lo scudo penale per le forze di polizia

L’idea è quella di uno scudo valido per tutti i reati che prevedano l’utilizzo di forza fisica. Nel piano dell’esecutivo poi, la competenza non sarebbe delle Procure ma del procuratore generale delle corti d’appello. Si eviterebbero indagini d’ufficio nei confronti degli agenti e l’istruttoria sarebbe decisa in una prima fase dal ministero dell’Interno con eventuale iscrizione nel registro degli indagati soltanto in presenza di indizi chiari nei confronti del soggetto. Rimarrebbe centrale la valutazione del pm, che manterrebbe infatti gli strumenti per verificare i fatti e potrebbe comunque procedere all’iscrizione se, nel corso delle indagini, venissero fuori prove a carico.

La linea era stata chiarita già dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della conferenza stampa di inizio anno. La premier aveva parlato del maresciallo dei carabinieri che la notte di Capodanno nel Riminese ha sparato e ucciso un uomo che lo stava aggredendo dopo aver ferito a coltellate quattro persone, e che è iscritto nel registro degli indagati per eccesso di legittima difesa. “Ho chiesto ad Arma dei Carabinieri di sostenere le spese della difesa del maresciallo Masini – le parole di Meloni – e intendo chiedere al generale Salvatore Luongo di conferire al maresciallo Masini un riconoscimento. Il maresciallo Masini è una persona che ha fatto il suo dovere. Dobbiamo porci il problema che le forze dell’ordine temono di aver fatto il proprio lavoro, ed entrano in un calvario. Un approfondimento va fatto, per mettere fine a un fenomeno che abbiamo visto varie volte”.

Il tema era quindi stato rilanciato dal ministro alla Difesa, Guido Crosetto: “Dobbiamo immaginare interventi legislativi che tutelino ancor di più le nostre forze dell’ordine nello svolgimento del loro lavoro”,

L’accelerazione nella direzione di una maggiore tutela per le forze dell’ordine è arrivata dopo gli scontri di piazza alle manifestazioni per Ramy. L’eventuale “scudo” dovrà però passare dal Consiglio dei ministri, anche se difficilmente accadrà in quello convocato per oggi.

L’sos: “Noi in divisa diventati bersaglio”

A denunciare il problema sicurezza e invocare il ddl Sicurezza è anche Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp. “Siamo di fronte a un allarme sociale senza precedenti: le forze dell’ordine stanno diventando un vero e proprio bersaglio. Nel 2024, quasi un agente è rimasto ferito ogni giorno, e durante le manifestazioni critiche la probabilità di violenza è arrivata all’85%. Ma la minaccia non si limita alle piazze: I poliziotti sono sempre più colpiti anche dalla criminalità predatoria. Rispetto al 2023, infatti, i feriti tra le Forze dell’ordine sono aumentati del 42% al giorno, un dato che segnala una pericolosa deriva. Ogni settimana, oltre 5 colleghi finiscono all’ospedale, spesso in condizioni gravi, vittime di attacchi che non rispettano più alcun limite. Chi indossa una divisa è diventato il bersaglio di una violenza crescente, che colpisce tanto nelle manifestazioni quanto nelle operazioni quotidiane contro gruppi criminali sempre più organizzati e violenti

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