L’europarlamentare della Lega ha rilasciato una dichiarazione che ha fatto sospettare un possibile distacco dalla linea del partito. Tuttavia, i rappresentanti del Veneto hanno prontamente replicato, riporta Attuale.
La Lega veneta si oppone alla rottura con il generale Roberto Vannacci. «Il clima è sereno», avverte Alberto Villanova, capogruppo regionale della Liga veneta, presente anche all’evento a Treviso con il nuovo vicesegretario federale del Carroccio. Negli ultimi giorni, Vannacci è in tournée nella regione del doge Luca Zaia, e una sua dichiarazione di giovedì scorso ha innescato una vera e propria polemica, sollevando dubbi circa un suo distacco dalla posizione del partito sulla questione del Terzo mandato. Una battaglia che Matteo Salvini, che gli ha conferito l’iscrizione al partito alcuni mesi fa insieme al titolo di vicesegretario, sta combattendo con decisione. Recentemente, ci sono state aperture da parte di Fratelli d’Italia, ma non da Forza Italia. «Credo nel rispetto delle regole; si possono avere anche venti mandati, ma se esiste una regola che ne limita il numero a due, essa deve essere osservata», ha dichiarato il generale, aggiungendo che le modifiche alle regole dovrebbero avvenire in modo tempestivo e non all’ultimo minuto. Queste affermazioni hanno suscitato qualche preoccupazione riguardo alla posizione di Vannacci, sebbene i leghisti locali sembrino averle accolte con maggiore comprensione.
«È stato frainteso»
Le reazioni dal Consiglio Regionale veneto sono state sorprendentemente morbide. «La sua critica era rivolta a Roma», aggiunge Villanova. «Il generale ha semplicemente messo in luce un’opinione condivisa: sarebbe stato preferibile intervenire prima sulla modifica, piuttosto che a ridosso delle elezioni». Villanova continua: «È stato frainteso. Dopo l’incontro a Treviso, eravamo tutti a cena e nessuno ha interpretato le sue parole in modo negativo.».
Un linguaggio nuovo per la Lega
«Le sue parole sono state piuttosto complesse. La partecipazione è stata altissima, la sala era affollata», sostengono fonti trevigiane. «Per me, il suo intervento rispecchiava un’apertura verso il Terzo mandato». Tuttavia, il problema di Vannacci potrebbe risiedere nel fatto che il suo linguaggio non è del tutto compreso dai membri storici della Lega, riuscendo a conquistare soprattutto quelli più recenti. Ha affermato che “se possono esserci venti mandati, ma una regola specifica prevede un limite di due, quella regola va rispettata”. A mio avviso, ciò rappresenta un’apertura», concludono.
«Solo un parere personale»
Flavio Massimo Pasini, presidente della provincia di Verona, afferma: «Questa legge doveva essere modificata da tempo. Avrei già implementato il terzo mandato ovunque, dato che alla fine sono i cittadini a dare le proprie preferenze». Riguardo alle parole di Vannacci, Pasini semplifica: «Ha semplicemente espresso un’opinione personale. È comprensibile che qualcuno che non ha mai amministrato un territorio possa pensarla in questo modo».
Decreto o ddl?
Attendiamo di capire se e come il governo intende affrontare la questione, decidendo se procedere con un disegno di legge o un decreto che consenta ai governatori uscenti di candidarsi a un terzo mandato. Tuttavia, la situazione appare incerta. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lasciato intendere la sua opposizione a un decreto, sostenendo che il divieto costituzionale si applica sia alle leggi nazionali che a quelle regionali. Questo scenario rende praticamente impossibile l’approvazione di leggi ad hoc in tempo per le prossime elezioni autunnali. A complicare ulteriormente le cose contribuisce la posizione di Forza Italia, contraria alla modifica. In sintesi, nonostante le pressioni della Lega e di Fratelli d’Italia, il percorso verso una soluzione sembra più difficile che mai. Vannacci, pertanto, è solo uno dei problemi con cui il Carroccio deve confrontarsi.