Video shock in Ungheria: la collaboratrice di Orbán scatena la polemica sull’Ucraina

16.06.2025 15:37
Video shock in Ungheria: la collaboratrice di Orbán scatena la polemica sull’Ucraina
Video shock in Ungheria: la collaboratrice di Orbán scatena la polemica sull’Ucraina

Un nuovo episodio di disinformazione scuote la politica ungherese. Alexandra Szentkirályi, stretta collaboratrice del premier ungherese, ha pubblicato un video inquietante: sullo sfondo si vede un uomo legato e chiuso nel bagagliaio di un’auto, mentre lei afferma che l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea porterà a un aumento della tratta di esseri umani e del traffico di organi.

Il video, palesemente costruito per scioccare, ha subito suscitato reazioni indignate da parte dell’opposizione e della società civile.

L’opposizione denuncia: “Un fake pericoloso”

A intervenire con decisione è stato il deputato Ferenc Gelencsér, esponente dell’opposizione, che ha bollato il filmato come un “falso pericoloso”. Ha inoltre annunciato l’intenzione di presentare un esposto alla polizia, segnalando la possibile violazione dell’ordine pubblico e l’uso irresponsabile di messaggi che alimentano la paura e la disinformazione.

La “vittima”? Un collaboratore del governo

In un secondo momento è emerso un dettaglio sconcertante: l’uomo nel bagagliaio non era una vera vittima, ma un dipendente dell’ufficio del primo ministro. Questo fatto rafforza l’idea che si sia trattato di un video inscenato, costruito a fini propagandistici, per influenzare l’opinione pubblica ungherese e alimentare sospetti verso Kyiv.

Il contesto: il “referendum” ungherese contro l’Ucraina in Europa

Il video si inserisce in un contesto politico già altamente polarizzato. In Ungheria è in corso un “referendum” lanciato dal governo Orbán sul possibile ingresso dell’Ucraina nell’UE. Un’iniziativa criticata da Bruxelles e dalle forze democratiche del Paese. Lo stesso Viktor Orbán ha già espresso la sua posizione, votando contro l’adesione ucraina, confermando la sua linea filo-russa e contraria all’allargamento europeo.

Il caso del video con l’uomo nel bagagliaio sembra quindi tutt’altro che casuale. Appare come parte di una campagna orchestrata per manipolare l’opinione pubblica, utilizzando la paura e le fake news come strumenti di pressione. Una strategia che mina i valori democratici e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.